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Coronavirus, i ricercatori italiani ce l’hanno fatta: isolato il ceppo

  • Salute

È stato isolato, da ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano, il ceppo italiano del coronavirus. Ne dà notizia Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive 3 dell’ospedale Sacco di Milano. ‘’Ci auguriamo che possa orientare meglio le cure anche se chiaramente questo atto non è immediato perché abbiamo uno strumento in più su cui studiare’’, ha detto Galli aggiungendo: “Abbiamo la possibilità di studiare adesso il ceppo, anzi 4 varietà differenti dello stesso virus che ha circolato qua da noi”. Maggiore è il tempo che i virus trascorrono “convivendo” con i loro ospiti (cioè noi), superiore è il numero di mutazioni che si manifestano nel profilo genetico. Quello del ceppo italiano – ottenuto da quattro pazienti di Codogno – può essere messo a confronto con quello cinese; in questo modo sarà possibile capire quante e quali mutazioni si sono verificate fino ad oggi.

Si tratta di un’informazione importantissima, poiché queste mutazioni (che avvengono in modo del tutto casuale) possono portare a esiti positivi o a esiti negativi, ad esempio rendendo il patogeno più aggressivo e contagioso.“Possiamo fare un lavoro più serio in termini di ricostruzione di epidemia qua da noi”, ha detto. “Abbiamo isolato il virus in quattro pazienti di Codogno. Siamo riusciti a isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente”, spiega l’infettivologo. Si tratta di una scoperta che consentirà ai ricercatori di “seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo”. Ma la notizia più importante riguarda il “passo successivo”. (Continua a leggere dopo la foto)


Grazie a questa scoperta infatti sarà possibile studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici.”E’ un traguardo importante in quanto significa essere riusciti a estrarre il virus dal campione biologico dal quale è stato prelevato, dal muco o dal sangue per esempio: è il primo passo per poterlo moltiplicare e studiare nel dettaglio, a esempio per ottenere la sua sequenza genetica. A partire da questa possono essere riprodotti in laboratorio frammenti utili per preparare farmaci e vaccini. E’ proprio su un frammento della sequenza genetica del virus partito dalla Cina che nel frattempo è stato preparato il progetto italiano per un vaccino ed è quasi pronto per iniziare l’iter della sperimentazione prima negli animali e poi nell’uomo, ma i tempi rischiano di essere lunghi a causa della burocrazia. (Continua a leggere dopo la foto)

“Abbiamo realizzato il progetto molecolare del vaccino e saremmo pronti a testarlo negli animali per metà marzo, ma la normativa italiana sulla sperimentazione animale è più restrittiva rispetto a quella di altri Paesi europei”, ha rilevato Luigi Aurisicchio, amministratore delegato dell’azienda di biotecnologie Takis e coordinatore del consorzio Europeo EUImmunCoV. Se la procedura partisse in tempi rapidi, (esiste per questo anche procedura accelerata indicata dall’agenzia europea del farmaco) ha spiegato, “sarebbe possibile avere i primi risultati sugli animali dopo circa un mese, dopodiché in collaborazione con l’Istituto Spallanzani potremmo passare ai test cellulari per verificare se il vaccino è in grado di neutralizzare il coronavirus. (Continua a leggere dopo la foto)

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Nel frattempo salgono a 17 i morti per coronavirus in Italia. “Aggiorniamo anche il dato dei deceduti, in Lombardia sono morte tre persone. Sono tre ultra ottantenni, due di 88 anni e una di 82, che avevano un quadro clinico delicato e importante”, spiega il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli aggiungendo che “il dato dei positivi è in totale 650”.

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