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Coronavirus, anche parlando si diffondono le goccioline contagiose

  • Salute

Lo sappiamo bene oramai: il coronavirus non si trasmette soltanto e unicamente con tosse e starnuti. Le goccioline su cui viaggia il virus vengono emesse anche quando parliamo e respiriamo. Ma basta indossare una mascherina per eliminarne la diffusione. Lo sperimentatore in questo caso non indossava una mascherina chirurgica, ma una semplice protezione per la bocca in tessuto. Nel video e nell’articolo che lo accompagna i ricercatori dei National Institutes of Health americani visualizzano goccioline di dimensioni relativamente grandi (sopra ai 20 micrometri) con una speciale luce laser.

Il loro numero è tanto più alto quanto più alta è la voce. Oltretutto l’ultimo studio è una mezza rivoluzione: le persone che hanno contratto la Covid-19 possono cominciare a emettere particelle del virus SarsCoV2, e quindi essere contagiosi, da due a tre giorni prima di manifestare i sintomi della malattia. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Medicine e condotta dall’Università di Hong Kong. (Continua a leggere dopo la foto)


I ricercatori, coordinati da Eric Lau, ritengono che le misure di controllo dovrebbero essere calibrate tenendo contro di una “considerevole trasmissione asintomatica”. Gli esperti hanno analizzato i modelli temporali della diffusione virale in 94 pazienti con Covid-19 ricoverati al Guangzhou Eighth People’s Hospital in Cina. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli studiosi hanno dedotto che la contagiosità è iniziata in media circa 2 giorni e mezzo prima della comparsa dei sintomi e ha raggiunto il picco 0,7 giorni prima della loro manifestazione. Secondo le stime dei ricercatori, ben il 44% dei casi secondari sarebbe stato infettato durante la fase pre-sintomatica. Infine la contagiosità si è ridotta rapidamente entro 7 giorni. (Continua a leggere dopo la foto)

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Pur evidenziando alcuni limiti della ricerca, perché gli stessi autori ammettono che potrebbe esserci un ritardo nel riconoscimento dei primi sintomi, lo studio mette in luce un periodo ‘finestra’ in cui un paziente è già contagioso pur senza sapere di essere malato. Di conseguenza, risulta chiaro come le misure che scattano nel momento in cui compaiono i sintomi possono avere un effetto ridotto nel riuscire a controllare la diffusione del virus.

Video dimostrazione: nejm.org

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