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Hantavirus: muore un uomo. Cosa è e come si trasmette questo virus

  • Salute

In questo periodo si sta parlando di un altro virus, che ha fatto registrare alcuni decessi: l’Hantavirus. A darne notizia è il quotidiano Global Times gestito dal governo di Pechino. Sono loro ad aver annunciato che nei giorni scorsi un uomo è rimasto ucciso a causa di un’infezione (una sindrome polmonare) scatenata da un patogeno del genere Hantavirus.

Analogamente al coronavirus Sars-CoV-2, anche l’hantavirus è un virus a rna, cioè che sfrutta l’acido ribonucleico come materiale genetico. È responsabile anch’esso di zoonosi, cioè di malattie che vengono trasmesse da un animale all’uomo. Fortunatamente, la trasmissione da uomo a uomo di un’infezione provocata da hantavirus è estremamente rara. Come difatti specificato dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) americani, si sono verificati soltanto casi sporadici in Sud America, più nello specifico in Cile e in Argentina, a causa di un hantavirus definito correntemente “virus delle Ande”. A quelle latitutdini, ma non solo, è una patologia nota da diversi decenni.


L’uomo cinese della provincia di Yunnan è rimasto ucciso mentre si trovava a bordo di un autobus; le oltre 30 persone che si trovavano con lui sul mezzo sono state sottoposte ai controlli di rito, ma al momento, come riporta lo stesso Global Times, non sono stati annunciati contagi. Come specificato dal Ministero della Salute, le patologie provocate dagli Hantavirus sono infezioni virali “trasmesse all’uomo dai roditori, selvatici e domestici”.

I topi, i ratti e gli altri roditori portatori del virus lo rilasciano nell’ambiente attraverso feci, urine e altri fluidi corporei. Quando si manipolano oggetti o alimenti contaminati dal patogeno dopo il passaggio di un roditore e si portano le mani alla bocca, agli occhi o al naso è possibile rimanere infettati, così come respirando polveri o aerosol nei quali è presente la carica virale (trasmissione per via aerea).

Non è un caso dunque che “i casi umani di infezione da hantavirus generalmente si verificano nelle aree rurali (foreste, campi, fattorie, ecc.), dove si possono ritrovare i roditori portatori del virus”, come specificato dal Ministero della Salute. I Cdc sottolineano che è possibile restare contagiati anche dopo un morso di un roditore infetto, benché questo metodo di trasmissione sia considerato piuttosto “raro”. L’infezione respiratoria scatenata da questo agente patogene si chiama Sindrome Polmonare da Hantavirus (Hps).

Si tratta di una malattia grave a volte fatale, come specificato dai Cdc. I sintomi, che si sviluppano dopo un periodo di incubazione, che va da uno a otto settimane, nella fase iniziale sono aspecifici, proprio come quelli della Covid-19. Tra essi vi sono febbre, affaticamento e mialgia; per quanto concerne i dolori muscolari, essi si manifestano soprattutto su cosce, fianchi e schiena, talvolta posso essere dolenti anche le spalle, come specificato dall’ente sanitario statunitense.

Possono manifestarsi anche “mal di testa, vertigini e brividi”, oltre a problemi gastrointestinali come “nausea, vomito, diarrea”. Secondo i Cdc, circa il 50 per cento dei pazienti colpiti dalla Sindrome Polmonare da Hantavirus manifesta questi sintomi. Nei giorni seguenti si sviluppano complicanze alla stregua di difficoltà respiratorie (dispnea), tosse e forte senso di oppressione toracica. L’infezione è decisamente più letale della COVID-19, dato che presenta un tasso di mortalità del 38 percento. I topi portatori di hantavirus possono trasmettere anche una febbre emorragica e la sindrome renale (HFRS). (Continua a leggere dopo la foto)

Poiché i sintomi iniziali sono aspecifici, può essere molto semplice confondere una Sindrome polmonare da Hantavirus allo stato precoce con una influenza. È lo stesso motivo per cui il coronavirus Sars-CoV-2 è riuscito a circolare liberamente per diverso tempo “nascosto” dall’influenza stagionale, dando così vita ai focolai epidemici che hanno trasformato la Covid-19 in una pandemia.

Per la diagnosi della Hps serve dunque un test specifico, esattamente come per il coronavirus. È fondamentale durante l’anamnesi segnalare al medico curante se si è stati in contatto con roditori potenzialmente infetti. Al momento non esistono cure o vaccini contro l’infezione da Hantavirus, mentre terapie di supporto, ossigenoterapia e terapia intensiva possono essere efficaci nel contrasto alla malattia.


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