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Galli: “Ecco quando il coronavirus è davvero arrivato in Italia”

“Si tratta di un virus tedesco proveniente in realtà da Shangai, che ha avuto una minima diffusione in Germania”. Secondo Massimo Galli, il coronavirus in Italia è arrivato “intorno al 25-26 gennaio di quest’anno” dalla Germania. Il direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha spiegato in un webinar che “circolando liberamente per un periodo di svariate settimane, ha potuto causare in particolare in Lombardia una epidemia di una portata tale, con migliaia di casi, da metterci in una condizione non tanto diversa dal punto di vista della gravita’ da quanto accaduto a Wuhan”.

L’occasione è un webinar intitolato “Rapid Test Covid-19” cioè il tast rapido con il pungidito per l’individuazione degli anticorpi, organizzato dall’azienda Innoviling Spa. Secondo il professore, “con ogni verosimiglianza il virus è arrivato all’uomo tra la fine di ottobre e l’inizio novembre dell’anno scorso”. Sul tema dei test sierologici, Galli ha precisato che “l’identificazione di una infezione recente attraverso un esame anticorpale è praticamente impossibile”. (Continua a leggere dopo la foto)


Questo perché “abbiamo una fase-finestra nella produzione degli anticorpi di almeno 11 giorni dall’inizio della comparsa dei sintomi. C’è una percentuale importante di casi che si manifestano senza manifestarsi, questo per dire che gli asintomatici sono veramente parecchi”. (Continua a leggere dopo la foto)

I test rapidi, per l’infettivologo, “hanno un vantaggio clamoroso: è molto più facile, sostenibile e agile poter mettere migliaia e migliaia di persone in fila, distanziate, a fare un pungidito e ad aspettare il risultato veloce, piuttosto che metterne altrettante, e questo non è fattibile, in attesa di un prelievo venoso ad aspettare una risposta che, nella migliore delle ipotesi, richiede ore”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Grazie a questi, “con i colleghi del Centro trasfusionale del Policlinico di Milano” hanno realizzato uno studio secondo cui il coronavirus circolava nel capoluogo lombardo alcune settimane prima rispetto al 21 febbraio, cioè quando crediamo sia iniziata la pandemia: “Per questo studio abbiamo usato i test rapidi, che in termini di specificità (98%) e sensibilità (95%) sono la strada per questa fase 2, soprattutto per chi deve tornare a lavoro”.

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