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Variante Delta Covid, primi sintomi diversi: come riconoscerli e cosa può ingannare

  • Salute
covid sintomi variante delta

La variante Delta fa paura e avanza anche in Italia, con i contagi passati dal 4,2% del totale delle infezioni di maggio al 16,8% di giugno. Ma due dosi di vaccino forniscono comunque una forte protezione contro la variante scoperta per la prima volta nell’aprile del 2021 e ormai rilevata in altri altri paesi (la Gran Bretagna è la più colpita). Secondo una circolare del ministero della Salute la variante è del 40-60% più trasmissibile rispetto alla Alpha e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione.

Secondo Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, è concreta la prospettiva di dover chiudere dove è particolarmente diffusa la variante Delta. “In questo momento il Paese è zona bianca ma guai ad abbassare la guardia: siamo in una situazione più favorevole e possiamo oggi valutare numeri diversi rispetto al passato. Ma il problema non è superato”.

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Eventuali chiusure rientrano nella “flessibilità del sistema, lo stesso che abbiamo adottato per esempio per le zone dell’Umbria quando c’è stata la variante brasiliana”. “E’ importante lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sugli approcci di genotipizzazione e sequenziamento perché solo in questo modo riusciremo a intercettare in maniera precisa eventuali segnali di diffusione importante della variante indiana”.

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A livello di sintomi la variante indiana pare essere più impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di conseguenza anche i tempi di guarigione sono più lunghi. Ad affermarlo è il professor Tim Spector, intervistato dalla Bbc. Il dottore guida il progetto chiamato Zoe Covid Symptom, creato per raccogliere la sintomatologia descritta da migliaia di positivi al virus tramite un’app.

Secondo quanto affermato da Tim Spector, infatti, “i sintomi nei giovani sono più simili a un brutto raffreddore ma i classici sintomi dell’infezione da Sars-CoV-2 come la perdita dell’olfatto e del gusto sembrano meno diffusi”. Secondo il professore, il fatto che “la variante Delta funzioni in modo leggermente diverso può creare dei problemi nel riconoscimento dei sintomi”.
“Le persone – spiega ancora Tim Spector – potrebbero pensare di avere un raffreddore e continuare una vita normale diffondendo il virus”.

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