Non ci sono allarmi, ma le autorità raccomandano massima prudenza ai cittadini che rientrano dal Qatar da altre aree del Medio Oriente. Si tratta della Mers, Middle East Respiratory Syndrome provocata da un coronavirus, Mers-Cov. In modo improprio viene chiamata influenza del cammello ed è conosciuta da una decina d’anni: il virus è stato identificato a Gedda, Arabia Saudita, e nel 2015 si è verificato un focolaio in Corea del Sud. Dal 2012 si contano 2.600 casi e 894 morti segnalati da 27 paesi.
Si tratta di un tipo di virus che si trasmette dal dromedario all’uomo mentre la trasmissione uomo-uomo è poco probabile e dovuta in genere all’assimilazione di latte crudo di cammello e non toccando l’animale. La malattia è poco contagiosa, ma letale: uccide il 35% di chi la sviluppa, un tasso estremamente più alto rispetto ad altre sindromi simil-influenzali. Per questo motivo è raccomandata la massima prudenza. E non bisogna farsi prendere dall’allarmismo per i casi influenzali che si sono verificati tra i calciatori della Francia.
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Influenza del Cammello, il virus che spaventa
Per Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive al San Martino di Genova, per esempio, “è un virus che conosciamo da dieci anni e non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente nonostante ci siano stati dei cluster in chi si recava in pellegrinaggio a La Mecca. È un virus che ha contagiosità molto bassa, quindi il rischio da chi rientra in Europa è difficile. Chi è del mestiere conosce la Sindrome respiratoria mediorientale da anni, è un problema vecchio che non credo tornerà fuori” ha risposto all’AdnKronos.

I sintomi della Mers sono febbre, tosse e respiro affannoso. Abbastanza comune, come d’altronde con i ceppi originari di Sars-CoV-2, è l’insorgenza della polmonite e nei casi più gravi può essere necessaria la ventilazione meccanica. I soggetti più a rischio soni i più fragili o gli immunocompromessi. Il contagio da uomo a uomo è molto raro perché il vettore principale riguarda i cammelli infetti. Allo stato attuale non esistono né vaccini, né cure specifiche.


“Ritengo plausibile una minima soglia d’allarme rispetto a uno scenario di contagio dal cosiddetto virus dei cammelli, non trascurando di ricordare che la Mers è una sindrome respiratoria grave ma già conosciuta. Al netto di ogni deprecabile psicosi, bisogna dire che la Mers è la sorella cattiva della Covid con percentuali di rischio morte ben più elevate tuttavia, dalla letteratura scientifica disponibile, risulta essere molto meno contagiosa, con qualche dubbio relativo al passaggio diretto da uomo a uomo, che farebbe una differenza strategica”, ha spiegato Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.