È morto all’età di 71 anni Guglielmo Epifani. Nato a Roma il 24 marzo del 1950 Epifani ha legato il suo nome alla storia del maggiore tra i sindacati italiani, ovvero la Cgil. Fin da piccolo si interessa dei problemi sociali a cominciare da quelli nelle periferie. Si laurea in Filosofia con una tesi su Anna Kuliscioff, figura chiave del socialismo, rivoluzionaria, medica e giornalista. Durante l’ultimo comizio da leader della Cgil Epifani dice: “Lascio con la speranza che le cose possano cambiare”.
Riformista, socialista, in molti hanno riconosciuto tra le sue doti la capacità di mediare, unire, far avvicinare parti troppo spesso contrapposte. Oltre alla sua attività sindacale centrale è stata la carriera politica. Dopo il Psi si iscrive ai Democratici di Sinistra dove accetta da Veltroni un ruolo chiave nel partito. Numerosi sono stati anche i rifiuti, come le candidature all’Europarlamento o alle amministrative di Napoli come candidato sindaco.
Dopo l’esperienza nel Partito Democratico Guglielmo Epifani passa a Liberi e Uguali nel 2018 come parte del gruppo Articolo 1-Mdp. Si è battuto fino all’ultimo per i diritti dei lavoratori. I suoi ultimi interventi sulla vertenza Whirlpool. Durante una manifestazione a Roma dice: “Il governo si impegni, bisogna lavorarci, mettere cuore e risorse”. E ancora: “Non si può pensare di far ripartire il Paese e licenziare. Il governo si è mosso non ho capito bene quello che ha fatto, ma quello che ha fatto non è sufficiente”.
Un intellettuale raffinato, capace però di decisioni forti. Dopo essere stato per anni vice di Sergio Cofferati ne eredita la leadership della Cgil nel 2002. Proprio nello stesso anno, durante il congresso, riesce a portare un milione di lavoratori in piazza contro la riforma dell’articolo 18 voluta dal governo Berlusconi. Nel Partito Democratico Guglielmo Epifani, divenuto deputato nel 2013, diventa segretario reggente dopo le dimissioni di Pierluigi Bersani.
Guglielmo Epifani resta nel Pd fino al 2017, quando lascia per contrasti con Matteo Renzi. Tra i messaggi di cordoglio quello del ministro della Cultura Dario Franceschini: “Ciao Guglielmo – le parole su Twitter – uomo forte, gentile, colto, paziente e intransigente. Un dolore per tutti noi, e siamo tanti, che ti abbiamo voluto un grande bene”.
di Cristina La Bella