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“Si è sparato in testa”. Lutto nella politica, morto suicida a 73 anni

  • Politica
Angelo Burzi morto suicida torino

Lutto nel mondo della politica, è morto a Torino l’ex assessore regionale Angelo Burzi, una delle figure di spicco del mondo politico piemontese nell’area del centrodestra. Da quello che è emerso dalle prime frammentarie informazioni, si tratterebbe di un suicidio. L’uomo, trapela, si sarebbe esploso un colpo di pistola alla testa. Ai carabinieri, che stanno svolgendo accertamenti, l’arma risulta regolarmente denunciata. Angelo Burzi aveva 73 anni.

Potrebbe c’entrare qualcosa la condanna che l’uomo ha ricevuto una decina di giorni fa. Angelo Burzi infatti era stato condannato a 3 anni dalla Corte di Appello di Torino nell’ambito dell’inchiesta ‘Rimborsopoli’ che ha coinvolto anche l’ex governatore della Regione, Roberto Cota. Come ricorderete, l’accusa era di peculato e si riferiva alle spese di fondi destinati ai gruppi rappresentati in Consiglio regionale negli anni 2010-2014.

Angelo Burzi morto suicida torino


Il processo è ritornato sui banchi del giudizio dopo che la Cassazione nel 2019 aveva annullato la precedente sentenza d’appello ordinario. In particolare, al vaglio dei giudici c’erano le modalità con cui gli allora consiglieri utilizzarono i fondi destinati al funzionamento del gruppo di appartenenza. Angelo Burzi, nato nel 1948, si era laureato in ingegneria elettronica.

Angelo Burzi morto suicida torino

Angelo Burzi fu tra i fondatori di Forza Italia nella Regione Piemonte e dal ’94 al ’95 era stato il coordinatore per la provincia di Torino. Successivamente fu eletto in Consiglio regionale nella lista maggioritaria. E’ stato anche capogruppo del partito ed anche presidente della Commissione speciale per la revisione dello Statuto regionale sino al maggio ’97.

Angelo Burzi morto suicida torino

Chi lo conosceva sa che la fondazione Magellano, promossa cinque anni fa, era stata l’ultima iniziativa di Angelo Burzi: un pensatoio per rilanciare Torino perché come aveva detto in un’intervista a “Lo Spiffero” “bisogna ragionare guardando a dopodomani, perché dall’attuale situazione critica in cui vive Torino e, di conseguenza, il Piemonte non si esce in un batter d’occhio”.


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