Amore che vieni, amore che vai è il decimo 45 giri di Fabrizio De André. Pubblicato nel 1966, ultimo brano del periodo Karim, parla dell’incertezza dell’amore, uno dei soggetti più cari a Fabrizio. In questa celebre ballata infatti è in scena la consapevolezza dello stato precario in cui nasce ed evolve ogni amore, vittima del volubile mutare dei sentimenti e del desiderio che ha bisogno di un continuo ricambio di linfa per poter sopravvivere. È un tono malinconico, rassegnato, è la storia dell’incessante movimento delle onde del mare. È impossibile amare una seconda volta ciò che non si ama veramente più, diceva François de La Rochefoucauld.