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È morto Ezio Bosso: addio al pianista che incantava con la sua musica e sapeva arrivare al cuore delle persone

È morto Ezio Bosso. Direttore d’orchestra, compositore e pianista, aveva 48 anni e si è spento nella sua casa di Bologna. . Era nato a Torino il 13 settembre 1971 e dal 2011 conviveva con una malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata subito l’intervento per un tumore al cervello a cui fu sottoposto lo stesso anno.

Inizialmente, ricostruisce il Corriere della Sera che per primo dà la triste notizia della sua scomparsa, la sua malattia venne identificata dai media come la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, patologia in cui i primi sintomi, episodi di atrofia muscolare, si trasformano in pochi anni nella compromissione totale delle funzioni vitali. Solo poche settimane fa Bosso si era raccontato a Giuseppina Manin proprio sulle pagine del Corriere. L’intervista era stata pubblicata lo scorso 17 aprile. (Continua dopo la foto)


“Quando si apriranno le ‘gabbie – aveva scherzato – la prima cosa che farò è mettermi al sole. E abbraccerò gli amici. Ci metteremo a ridere o ci spunteranno le lacrime. Non so come sarà. Ma qualsiasi cosa sia sorrideremo. Felici di essere vivi”. “Sono ai domiciliari dal 24 febbraio. Se poi calcolo il periodo delle cure, dal 9 per le solite terapie, i mesi di clausura sono ormai più di due”, aveva spiegato. (Continua dopo la foto)

Musicista di straordinario talento, Ezio Bosso era stato scoperto dal grande pubblico nel 2016, quando Carlo Conti lo aveva invitato al Festival di Sanremo come ospite d’onore. L’esecuzione di “Following a Bird”, una composizione inserita nell’album “The 12th Room”, aveva colpito tutti. E improvvisamente il nome di Ezio Bosso non era più sulla bocca solto dei cultori della musica. (Continua dopo le foto)

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E aveva commosso il mondo quando alcuni anni fa aveva annunciato di essere malato di una patologia neurodegenerativa per cui purtroppo non c’è cura. L’unico farmaco in circolazione è il riluzolo, che come tutti i farmaci perde efficacia man mano che il corpo del paziente si abitua alla sostanza. La malattia che lo aveva di fatto costretto a ritirarsi dalle scene nel settembre 2019 quando disse “non posso più suonare”. Ma ora il suo nome e la sua musica resteranno indimenticabili.

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