La soprano Daniela Dessì è morta ieri a Brescia, in ospedale, dopo una malattia lampo. La cantante era nata a Genova nel 1957, e si è spenta a soli 59 anni. La Dessì si era diplomata in canto e pianoforte al Conservatorio ‘Arrigo Boito’ di Parma e in seguito si era specializzata in canto da camera all’Accademia Chigiana di Siena. Il debutto avviene nella sua città natale con ‘La serva padrona di Pergolesi’. Nel suo vasto repertorio contavarca 70 titoli, che spaziavano da Monteverdi a Prokofiev passando dal repertorio barocco e mozartiano fino alle interpretazioni delle eroine verdiane e pucciniane.
Un grave lutto per il mondo della lirica e per la cultura italiana che con Daniela Dessì perdono una rappresentate di altissimo livello.
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Era malata da qualche mese, tanto che aveva fatto cancellare già lo scorso giugno gli appuntamenti estivi, rinviando i fan all’ 8 ottobre per un concerto alla Basilica di Loreto. È morta ieri al Policlinico di Brescia. Commoventi le parole del suo compagno, il tenore Fabio Armiliato: “Una malattia breve, terribile e incomprensibile me l’ha portata via in questi mesi. Se ne è andata la più grande cantante lirica degli ultimi 20 anni”. E non ha esagerato.
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Da sempre richiesta nei teatri e nei festival più importanti del mondo, la Dessì ha collaborato con i più autorevoli direttori d’orchestra, tra cui Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Carlo Maria Giulini, Carlos Kleiber, James Levine, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli e con registi del calibro di Roberto De Simone, Pier Luigi Pizzi, Luca Ronconi, Ettore Scola, Giorgio Strehler, e Franco Zeffirelli.
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Bravura e bellezza sono state due doti intrecciate in lei. Una voce limpida e un fisico da copertina, bellissimi occhi cangianti, i capelli neri lungi, il seno procace. Eppur non è mai stata una diva nemmeno negli anni, tra gli Ottanta e i Novanta, del suo massimo fulgore artistico e femminile. Daniela Dessì è stata una delle più grandi soprani italiane ma sempre lontana da ogni forma di autocompiacimento e di mondanità.
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