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Omicidio Yara Gambirasio. Massimo Bossetti, la procura chiede sia imputato per calunnia

  • Italia

Un delitto crudele, un’inchiesta record senza eguali in Italia e nel mondo, un processo in cui la prova scientifica è protagonista assoluta. Dopo lunghe e complesse indagine raccolte in 60 faldoni, per Massimo Bossetti condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio arriva l’ultimo grado di giudizio: la Cassazione renderà definitiva la sua condanna, la annullerà senza rinvio oppure gli permetterà di sperare con un altro processo. Venerdì 12 ottobre davanti ai giudici della prima sezione della Suprema Corte arriva un caso di cronaca che da otto anni continua a dividere l’Italia e il mondo. Il sostituto procuratore generale Mariella De Masellis ha iniziato alle 12.45 e terminato la sua requisitoria alle 14.45.

Due ore per chiedere la conferma dell’ergastolo per Massimo Bossetti, oltre che l’accoglimento del ricorso della Procura generale di Brescia contro l’assoluzione dello stesso Bossetti dall’accusa di calunnia nei confronti del collega Massimo Maggioni. “Per me Massimo Bossetti deve rispondere di calunnia”, ha detto De Masellis, nella sua requisitoria ritenendo che il collegio debba accogliere il ricorso della Procura generale di Brescia contro l’assoluzione di Massimo Bossetti dall’accusa di calunnia, nei confronti di un collega: “Ha fornito indicazioni specifiche su un individuo con cui lavorava”, sviando le indagini nei suoi confronti, ha ricordato De Masellis nella sua requisitoria. (Continua a leggere dopo la foto)


La ricostruzione – Venerdì 26 novembre 2010. Alle 18:44 Yara lascia da sola il Centro Sportivo di Brembate di Sopra dove si allena in ginnastica ritmica. La sua casa dista 700 metri, ma la ragazza non vi arriverà mai, poiché le sue tracce vengono perse poco dopo. Alle 18:55 il suo telefonino viene agganciato dalla cella di Mapello, a tre chilometri da Brembate, dopodiché il segnale scompare. Il corpo di Yara viene ritrovato casualmente tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, da un aeromodellista in un campo aperto a Chignolo d’Isola, distante 10 chilometri circa da Brembate di Sopra in direzione sud-ovest. Vengono rilevati numerosi colpi di spranga sul corpo, un trauma cranico (inferto probabilmente con un sasso), una profonda ferita al collo e almeno sei ferite da arma da taglio sul corpo, tuttavia non letali. Nei mesi seguenti si ipotizza che la morte sia sopraggiunta in un momento successivo all’aggressione, a causa del freddo e dell’indebolimento dovuto alle lesioni. Il 16 giugno 2014 viene arrestato Massimo Giuseppe Bossetti, un muratore incensurato di 44 anni. A lui si è arrivati per la sovrapponibilità del suo DNA con quello di “Ignoto 1”, rilevato sugli indumenti intimi di Yara. (Continua a leggere dopo la foto)


Dopo l’ultimo appello dell’imputato, che continua a dichiararsi innocente e a chiedere una perizia sul Dna, il primo luglio del 2016 i giudici condannano Bossetti all’ergastolo, come chiesto dal pubblico ministero Letizia Ruggeri, e riconoscono l’aggravante della crudeltà. Viene assolto invece “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di calunnia nei confronti di un ex collega. Su di lui, detto ‘Il favola’, pesa l’inclinazione alle bugie, l’assenza di un alibi e quel Dna che è un macigno per l’accusa. Il 17 luglio del 2017, a Brescia, i giudici del processo d’appello confermano la sentenza di primo grado. “Concedetemi la superperizia” sul Dna così “posso dimostrare con assoluta certezza la mia estraneità ai fatti. Cosa dovete temere?”. Anche in questo caso le parole dell’imputato non fanno breccia sulla giuria. Bossetti torna dietro le sbarre del carcere di Bergamo dove sta scontando l’ergastolo per l’uccisione di Yara. (Continua a leggere dopo la foto)

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12 OTTOBRE 2018. Ultimo atto del processo per la morte della 13enne di Brembate. I giudici della prima sezione della Cassazione dovranno decidere, dopo aver ascoltato le parti, se confermare la sentenza, annullare la condanna senza rinvio oppure accogliere le eccezioni – ben 23 – sollevate dalla difesa e riaprire un nuovo processo d’appello dove potrebbe essere concessa la perizia sul Dna invocata da sempre, a gran voce, da Bossetti.

Caso Yara Gambirasio, Massimo Bossetti in attesa della Cassazione. E arriva una testimonianza choc a Pomeriggio 5: “È innocente”

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