Visite fiscali, cambiano le ore di reperibilità. Dopo una decisione del Tar del Lazio, che di fatto ha annullato il decreto in atto, risulta evidente l’illegittimità della norma che disciplina le “fasce orarie di reperibilità e le modalità con cui devono effettuarsi le visite di controllo nei confronti dei dipendenti pubblici” che sono in malattia. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa, Polizia Penitenziaria, spiega che il Tar ha “accolto integralmente le tesi del sindacato esposte dall’avvocato Lorenzo di Gaetano”.
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E ancora Gennarino De Fazio: “La mancata armonizzazione della disciplina delle fasce orarie di reperibilità – sostiene – ha fra l’altro determinato una disparità di trattamento del tutto ingiustificata fra i dipendenti pubblici e quelli del settore privato. Considerato che un evento come la malattia non può essere trattato diversamente a seconda del rapporto di lavoro intrattenuto dal personale che ne viene colpito”.
Visite fiscali, cambiano le ore di reperibilità
E ancora Gennarino De Fazio: Ne è quindi derivata la violazione dell’art. 3 della Costituzione, non essendo rispettato il principio di uguaglianza”. Cosa cambia quindi adesso per il dipendente pubblico? Da adesso in poi, il medico incaricato dall’Inps può far visita al lavoratore, presso il domicilio indicato nel certificato di malattia, soltanto dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 se si tratta di un dipendente pubblico. Dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 se invece si tratta di un lavoratore dipendente non pubblico.
Gennarino De Fazio fa sapere quindi: “A volte bisogna attendere diversi anni. Il Tar del Lazio ha accolto integralmente le nostre tesi, magistralmente esposte dall’avvocato Lorenzo di Gaetano, ha annullato il decreto ministeriale Madia-Poletti, ministri dell’allora governo Gentiloni. Ha anche precisato che stante l’effetto conformativo riconosciuto alla sentenza, nell’adozione del nuovo decreto non potrà non tenersi conto di quanto statuito con la decisione in parola”.
Per l’uomo questa sentenza “sancisce una volta in più che i dipendenti pubblici continuano a essere bistrattati e discriminati. E che lo Stato va annoverato fra i peggiori datori di lavoro del Paese”.
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