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“Uccisa e gettata in una discarica”. Una fine orribile quella di questa donna che aveva commesso un unico “errore” che le è stato fatale. Solo ora emerge la verità choc. Una vicenda che lascia i brividi

  • Italia

 

Una storia d’amore come tante. Slavica e Dragoslav, di origine serba, si incontrano e si innamorano, decidono di sposarsi e poi di avere una figlia. Poi però qualcosa va storto e la coppia decide di separarsi. Abbiamo assistito tantissime volte a vicende di questo genere e non ci meravigliamo se un marito e una moglie decidono di prendere strade diverse. Ma ci sono anche dei casi (inquietanti e assurdi) in cui lasciarsi è una sofferenza per la coppia e per i figli. Quello che è accaduto a Slavica e Dragoslav è al di fuori del normale e fa soffrire. Era il 26 aprile quando Nevena, la figlia della coppia, aveva denunciato la scomparsa della madre, dopo avere invano provato a chiamarla. Quello che è stato scoperto a seguito delle indagini è orribile.

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Slavica viveva a Trieste e faceva la badante, chi la conosceva l’ha descritta come una persona precisa a puntuale e godeva di grande stima e affetto. La donna è stata uccisa dal marito separato nell’appartamento dove viveva, poi è stata caricata in macchina e sepolta in una cava di materiale edile sul Carso, al confine tra Slovenia e Italia. È questa la tragica fine di Slavica Kostic, 38 anni, il suo corpo è stato fatto ritrovare ieri dal reo confesso, “incastrato” da una serie di indizi e di errori scovati dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura, diretti da Marco Calì. 

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La scomparsa di Slavica era stata denunciata da una sua nipote e in seguito dalla figlia, che ne avevano segnalato il mancato rientro al lavoro il 26 aprile scorso, e per questo si erano rivolte alla Polizia. Da una prima ispezione dell’abitazione, tutto sembrava essere in ordine. Ma poi gli investigatori sono voluti andare in fondo, e con l’auto della Polizia Scientifica interregionale di Padova, grazie all’utilizzo del “Luminol”, la sostanza che permette di individuare le tracce di sangue anche dopo che sono state putite, hanno scoperto che qualcuno aveva compiuto un’azione violenta e per poi ripulire tutto. Dall’analisi delle tracce ematiche si è scoperto che quel sangue apparteneva a Slavica Kostic. Dopo questa scoperta le indagini si sono rivolte immediatamente sul suo ex marito Dragoslav Kosticn di 61 anni che dopo aver lavorato nel capoluogo giuliano nel settore edile da qualche tempo era rientrato nel Paese balcanico, tornando di tanto in tanto a Trieste. 

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Dopo vere esaminato il traffico telefonico e autostradale dell’uomo è emerso che la notte del delitto era in città. Agli investigatori aveva raccontato di essere rimasto sempre in Serbia, e aveva anche mostrato alcune foto della vettura rimasta  “accidentalmente” distrutta da un incendio. Circostanza poi smentita da una consulenza tecnica che ha dimostrato la natura dolosa del rogo. 

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Il sostituto procuratore Matteo Tripani ha quindi disposto ieri il fermo di indiziato per l’uomo, che a quel punto non ha potuto fare altro che confessare tutto, permettendo anche di ritrovare il corpo della donna (in avanzato stato di decomposizione) nella discarica situata poco oltre il confine sloveno, nella località carsica di Kreplje, recuperato in collaborazione con la Polizia slovena. Dalle sue prime ammissioni non è stata ancora chiarita la dinamica del delitto (qualche elemento utile potrà venire dall’autopsia) ma il movente ricalca quello di tanti altri casi femminicidio.  La coppia ormai separata si contendeva l’appartamento di Trieste, che era stato acquistato dall’uomo ma risultava intestato alla donna.

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