Travesio, la notizia lascia un’intera comunità senza parole. La storia è quella di un uomo di 62 anni, ex bidello che aveva lavorato come tecnico della SNAM rete gas. La vita di Valerio Pinzana era andata incontro a una dolorosa perdita, quella della moglie venuta a mancare circa 25 anni fa a causa di un incidente stradale. Ma per il 62enne della provincia di Pordenone il destino ha continuato a essere crudele.
La dolorosa perdita della moglie ha rappresentato un momento molto difficile per Valerio, ma l’uomo dopo tata sofferenza aveva ritrovato la felicità nell’amore verso la sua compagna e il figlio. Ma la vita resta comunque un cammino imprevedibile e Valerio non avrebbe mai potuto pensare di cadere vittima di un errore rivelatosi fatale. Ed è accaduto proprio ne giorno di Pasquetta. (Continua a leggere dopo la foto).
Valerio era uscito per una passeggiata mirata alla raccolta dell’ aglio orsino da impiegare come condimento per il primo piatto. Ma il suo è stato un errore fatale: Valerio avrebbe però colto del colchico d’autunno, una pianta molto pericolosa. I suoi fiori possono essere confusi con quelli dello zafferano; da qui la pianta pericolosa per l’uomo è conosciuta con il nome di “falso zafferano”. (Continua a leggere dopo la foto).
E sulle pagine de Il Corriere la dottoressa Donata Favretto, professore di medicina legale e tossicologia dell’Università di Padova, ha spiegato: “Purtroppo non esiste un antidoto e l’esito è quasi sempre mortale. Le persone, anche se ricoverate, muoiono entro due tre giorni. L’unica cosa da fare se ci si accorge di aver ingerito il colchico d’autunno è fare una lavanda gastrica. Non essendoci antidoto l’unica terapia è di supporto delle funzioni vitali”. (Continua a leggere dopo le foto).
Inconsapevole dell’errore, il 62enne condisce il risotto con il pesto ricavato dalla pianta appena colta per poi essere trasportato in codice rosso in seguito all’avvelenamento. Purtroppo i tentativi di salvarlo si sono rivelati inutili. Valerio chiude per sempre i suoi occhi, lasciando un vuoto incolmabile nella cuore del padre, dei suoi due fratelli, del figlio e della compagna.