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Stupro di Palermo lettera dalle 19enne a Zona Bianca
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“Ora ascoltatemi”. Stupro di Palermo, la vittima rompe il silenzio: le sue parole spezzano il cuore

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Stupro di Palermo, la ragazza vittima di violenza da parte del branco ha inviato una lettera alla trasmissione Zona Bianca. Un fatto di cronaca orribile che, per chi non lo ricordasse, ha avuto come triste protagonista una ragazza di appena 19 anni, ostaggio di un gruppo di sette aguzzini 6 dei quali minorenni. Nella lettera, che poi ha riportato integralmente Tgcom24, c’è di tutto: paura, vergogna, orrore, senso di inadeguatezza. Veleno che scorre nelle vene l’unico antidoto per il quale è il coraggio. Si legge nella missiva: “Molte donne hanno paura di denunciare per vergogna”.

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Non dobbiamo essere noi a vergognarci ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso. Ho letto di ragazze che dopo quello che è successo a me non vogliono più uscire… ma perché privarci di uscire? Perché noi? Sono le bestie che si dovrebbero essere private. Perché lasciarmi condizionare l’esistenza così tanto da persone che vogliono solo questo? Non sto sempre bene nonostante ci siano momenti in cui cerco di risollevarmi pensando al futuro”.

Stupro di Palermo lettera dalle 19enne a Zona Bianca


Stupro di Palermo, lettera dalle 19enne a Zona Bianca: “Non siamo noi ad essere sbagliate”

E ancora: “Purtroppo ho affrontato una vita non facile, ma devo andare avanti, voglio farlo, controvoglia, ma devo riuscirci. Non solo perché voglio una vita migliore ma anche per mia madre, che nonostante fosse molto malata e bloccata a letto, si faceva sempre vedere col sorriso. A volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti e amici degli stupratori come è successo a me, che sono stata inondata di minacce”.

Stupro di Palermo lettera dalle 19enne a Zona Bianca

La lettera prosegue con un’accusa al sistema di protezione e ad una legge ritenuta troppo morbida. “Se ci fosse una protezione completa molte più donne sarebbero disposte a denunciare. Mi dispiace dirlo ma non è sempre così. Ci sono donne che dopo aver denunciato vengono uccise o sfregiate e di certo nessuno vuole rischiare tutto ciò. Se ci fosse più tutela e una legge più incisiva, gli uomini stessi ci penserebbero due volte prima di fare una cosa simile”.

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Quindi conclude: “Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti di anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi 20 prima di toccare una donna. Poi resterebbero solo i maniaci che purtroppo essendo malati manco gli importa della pena. Ho sentito parlare di rieducazione per gli stupratori ma come si fa a pensare di rieducare una persona e lasciarla nuovamente in giro dopo che ha rovinato una ragazza? Ora, se qualcuno provasse a toccarmi, io piangerei. Non sono più capace di interagire con un uomo in tal senso”.


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