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“Perché hanno confessato”. Strage di Erba, su Rosa e Olindo spunta una nuova prova

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Strage di Erba, la nuova prova. Il via a un altro processo per Rosa Bazzi e Olindo Romano in merito al doloroso capitolo della cronaca nera italiana del lontano 11 dicembre 2006 quando a perdere la vita sono stati Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, sua mamma Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. I Ris non trovarono alcuna traccia di Rosa e Olindo sulla scena del crimine né tracce delle vittime nel loro appartamento. Ma qual è la verità?

La nuova prova sul caso di omicidio della strage di Erba. Lo scorso ottobre i legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano, gli avvocati Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, avevano depositato alla Corte d’assise di Brescia la richiesta di revisione di condanna per i coniugi in base a nuovi elementi.

Leggi anche: Strage di Erba, la decisione su Rosa e Olindo: tutto da rifare

nuova prova sul caso di omicidio della strage di Erba


La nuova prova sul caso di omicidio della strage di Erba. Cosa è emerso

Ma la strage di Erba ha ancora alcuni aspetti del tutto irrisolti che conducono dunque alla riapertura del caso. Alla luce della situazione attuale e del nuovo processo indetto sul caso di omicidio, i legali degli ex coniugi affermano di avere una “nuova prova”, che andrebbe a dimostrare che le confessioni di Rosa e Olindo sono “false” attribuite a disturbi cognitivi e psicologici.

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Allegati dunque gli elaborati degli esperti che hanno “rilevato disturbi psicopatologici in Olindo e Rosa e deficit cognitivi importanti in Rosa”. In tal senso la “nuova prova” sarebbe ottenuta con una “consulenza multidisciplinare”. Scatta dunque da parte dei legali la richiesta in merito all’annullamento dell’ergastolo.

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Per quanto riguarda Rosa, è stato sottolineato: “una persona vulnerabile a causa di una disabilità intellettiva (altrimenti nota come ritardo mentale) che coinvolge lo sviluppo di tutte le funzioni cognitive, comprese le funzioni cognitive necessarie per permettere al soggetto di produrre valide dichiarazioni”. Olindo, in cui “sono stati riscontrati importanti aspetti psicopatologici disfunzionali” era a sua volta “un soggetto inidoneo a rendere dichiarazioni valide nel contesto in cui queste sono avvenute, poiché è risultato avere un profilo di personalità acquiescente, con un’abnorme tendenza alla credulità e con scarso senso di autoefficacia e, quindi, con una forte tendenza ad adeguarsi alle richieste e a credere a quanto gli viene prospettato anche se irrealistico”..


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