Il mistero sulla morte di Liliana Resinovich si infittisce con una nuova ipotesi inquietante: la donna, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022, potrebbe essere stata strangolata. Secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano Il Piccolo, la causa del decesso sarebbe un’asfissia meccanica per compressione sulla parte anteriore del corpo. Le indagini avrebbero rivelato che Liliana potrebbe essere stata colpita al volto, immobilizzata e poi strangolata con un violento movimento di torsione del collo.
La pressione esercitata con un avambraccio avrebbe anche provocato la frattura di una vertebra. Questo scenario smentirebbe l’ipotesi iniziale di un suicidio e aprirebbe nuove prospettive investigative, con la possibile iscrizione di alcuni soggetti nel registro degli indagati. L’analisi degli esperti, tra cui Cristina Cattaneo, suggerisce che Liliana sarebbe morta proprio il giorno della sua scomparsa, il 14 dicembre. Il suo corpo, quindi, sarebbe stato nascosto per settimane prima di essere abbandonato nel boschetto dove è stato ritrovato, alimentando il sospetto che il killer volesse farlo riapparire in un momento preciso.
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Morte Liliana Resinovich, parla il fratello: “So chi è stato”
Sergio Resinovich, fratello della vittima, non pronuncia nomi ma lascia intendere di avere una sua convinzione sul colpevole. “Una sola persona aveva interesse a far sparire e poi ritrovare il corpo. Chiunque altro avrebbe cercato di farlo scomparire per sempre”, ha dichiarato a Repubblica, sollevando interrogativi pesanti sulle possibili motivazioni dell’assassino.

Il fratello di Liliana ha poi parlato del marito della vittima, Sebastiano Visintin. “Pochi giorni dopo la scomparsa di Lilly, mentre ancora la cercavamo disperati, lui mi disse che non poteva vivere economicamente da solo con la sua pensione di 560 euro al mese. Pensava già ai soldi”, ha raccontato. Sergio sostiene che il matrimonio tra Liliana e Sebastiano fosse ormai finito e che il marito non avesse le risorse per sostenersi autonomamente. Secondo lui, il delitto, la scomparsa e il successivo ritrovamento del corpo sarebbero stati pianificati per permettere l’accesso all’eredità.


Sergio accusa apertamente Visintin di aver fornito depistaggi e informazioni incongruenti agli inquirenti. Inoltre, attribuisce un ruolo fondamentale a Claudio Sterpin, l’uomo con cui Liliana aveva intrapreso una relazione sentimentale. “Se Claudio non fosse andato subito in questura il giorno dopo la scomparsa, raccontando che lui e mia sorella stavano per iniziare una nuova vita insieme, le indagini si sarebbero fermate alla teoria dell’allontanamento volontario”, ha dichiarato.
A differenza del marito, Sterpin, secondo Sergio, non avrebbe avuto alcun interesse a uccidere Liliana, e anzi, sarebbe stato l’unico a raccontare dettagli autentici sulla vita privata della donna. Le indagini proseguono, mentre questa nuova ipotesi di omicidio rilancia interrogativi inquietanti su un caso che, a più di due anni di distanza, continua a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e degli inquirenti.