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“Siete lesbiche, niente concerto”. Musica italiana (e non solo) sotto choc. Ma la nota band non ci sta ed è bufera

  • Italia

 

“Sono quattro lesbiche e questa è una festa religiosa quindi la loro presenza sarebbe un’offesa alla morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità”. Con questa assurda motivazione gli organizzatori delle celebrazioni in onore di San Pio a Rossano hanno cancellato il concerto della rock band cosentina “Le Rivoltelle”, previsto il prossimo 20 agosto. Motivo? La presunta omosessualità delle quattro componenti del gruppo, considerata un’offesa per la morale religiosa. Ed ecco che a data chiusa e messa in calendario, quando mancava solo la formalità burocratica della firma del contratto, il concerto salta. Tutto purtroppo viene annullato.

“La nostra rabbia è stata tale da non poter tacere, quello che è successo è frutto di un pregiudizio sessista che non potevamo non denunciare”. Queste le parole di Elena Palermo, voce e leader del gruppo.

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Rock band di Cosenza che da oltre sette anni calca i palchi per professione, “Le Rivoltelle” sono divenute negli anni una delle più importanti voci dello scenario underground calabrese. Con ironia e leggerezza, nel corso della loro carriera hanno affrontato temi piuttosto delicati e dato voce a molte “vittime”. Con la loro “Taglia38”, si sono schierate con Mary Giarritano, l’étoile della Scala, licenziata dopo le denunce sull’anoressia indotta fra le ballerine professioniste. In una regione dove ancora impazzano le ballate sulla ‘ndrangheta, sono state il primo a dedicare un pezzo , “Io non mi inchino”, al procuratore Nicola Gratteri al suo trentennale impegno contro la mafia. E visto che sono ragazze che non mandano a dire le cose, hanno deciso di denunciare quanto accaduto a Rossano.

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“Quello che rende tutto più assurdo e doloroso è che la decisione di escluderci si basa solo sul pregiudizio. Magari pensano che siamo lesbiche solo perché alcune di noi portano i capelli corti o perché siamo una band rock al femminile. Le nostre preferenze sessuali non sono mai state né una bandiera, né una cosa da nascondere, ma solo una cosa non importante. Importa quello che diciamo dal palco, come lo diciamo, i temi che affrontiamo. Non quello che ognuna di noi fa in camera da letto”. Si è sfogata così Elena, la cantante e frontman del gruppo, aggiungendo: “Noi non abbiamo nulla né contro l’amministrazione comunale, né contro i rossanesi. Ma non potevamo tacere su quello che è successo. In ogni caso il sindaco del piccolo paese, Stefano Mascaro, si è voluto scusare con la band dicendosi “rammaricato” per quanto accaduto e prendendo le distanze dal comitato parrocchiale responsabile di questo divieto. Anche se, né da parte sua e né da parte dei rossanesi, alle Rivoltelle non è arrivata nessuna proposta riparatoria .

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