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“Voleva denunciarlo”. Omicidio Serena Mollicone, dopo 19 anni la rivelazione del fidanzato

  • Italia
serena mollicone processo movente

Il caso di Serena Mollicone torna nel vivo. Sono passati ben venti anni da quel giorno di giugno del 2001 quando il corpo senza vita della 18enne di Arce venne ritrovato nel bosco dal fidanzato. E proprio oggi, venerdì 16 luglio, Michele Fiorletti ha deposto in aula confermando quello che sarebbe il movente dell’omicidio: “Il figlio del maresciallo Mottola – le aveva confidato Serena – si fa le canne e spaccia, bell’esempio per Arce. Prima o poi lo vado a denunciare”.

Successe una settimana prima che Serena sparisse. Negli ultimi tempi nuovi dettagli emersi hanno permesso di ricostruire quello che sarebbe successo dentro la caserma dei carabinieri dove, secondo un testimone, poi trovato morto, la ragazza fu vista entrare e non uscì più. Nel tribunale di Cassino dove si sta svolgendo il processo il fidanzato di Serena, Michele, ha raccontato cosa le disse la 18enne. Presenti in aula i cinque imputati: l’ex comandante della stazione di Arce, il maresciallo Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano.

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La famiglia Mottola e Quatrale sono accusati di concorso nell’omicidio di Serena Mollicone. Quatrale è anche accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, che si sarebbe tolto la vita per paura di testimoniare. Mentre Suprano è accusato di favoreggiamento. Dopo la scomparsa avvenuta il primo giugno 2001, il corpo senza di Serena Mollicone fu ritrovato con mani e piedi legate con fascette e una busta di plastica in testa. Inizialmente i sospetti ricaddero sul papà Guglielmo, che fu arrestato dai carabinieri durante i funerali della figlia. Nel 2006, però, la Cassazione lo ha prosciolto.

Una seconda ricostruzione permise di collocare l’uccisione di Serena Mollicone nella caserma dei carabinieri di Arce. Secondo l’accusa Serena sarebbe andata in caserma dove ebbe una discussione con Marco Mottola, il figlio del comandante della stazione. Marco avrebbe aggredito Serena che avrebbe sbattuto la testa ad una porta e poi sarebbe svenuta cadendo a terra.

A quel punto Marco Mottola, con l’aiuto dei genitori, credendo morta la ragazza l’avrebbe portata nel bosco per disfarsi del corpo. Ma lì Serena si sarebbe ripresa. Quindi la decisione di ridurla al silenzio per sempre, infilandole un sacchetto di plastica in testa e soffocandola.

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