Un contributo “volontario”, che però devi pagare per forza. Chi ha figli a scuola sa benissimo di cosa stiamo parlando: tra banchi rotti, bagni senza carta igienica e palestre senza attrezzi, moltissimi istituti chiedono ogni anno ai genitori di partecipare alle spese. L’importo è deciso dai consiglio d’istituto, può essere 25 euro come all’elementare Console Marcello di Milano o 130 euro come al liceo Giulio Cesare di Roma, ma chi “volontariamente” decide di non pagare o dimentica di fare il versamento, viene puntualmente e ripetutamente invitato a mettersi in regola. Nel 2013, il ministero dell’Istruzione ha tentato di mettere un freno a “irregolarità e abusi”, ricordando in una circolare che il contributo può essere richiesto solo come “erogazione liberale con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento dell’offerta formativa e al suo ampliamento al di là dei servizi essenziali”. (continua dopo la foto)
Scuola, si aprono le iscrizioni. Tutto quello che c’è da fare
Insomma, chi vuole, può versare, magari per organizzare laboratori e ore di lezioni aggiuntive, ma non c’è nessun obbligo e comunque tutti i servizi di base (ad esempio il funzionamento dei bagni) vanno forniti gratuitamente. Quell'”erogazione liberale”, tra l’altro, può essere portata in deduzione dal reddito e quindi far risparmiare qualcosina di tasse. Ma chi non vuole versarla non può essere costretto, come sottolinea anche il ministro dell’istruzione Giannini a pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni alle prime classi: “Dobbiamo eliminare il fenomeno dell’obbligatorietà, le pressanti richieste dei presidi”. Anche perché, assicura, ora i fondi per far funzionare le scuole ci sono: 50 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno. “Abbiamo finalmente le risorse per riacquistare le sedie che si rompono, per i toner delle stampanti, per non costringere i genitori a portare la carta igienica da casa”.