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“Sconvolgente”. Garlasco, la tesi choc dell’avvocato Lovati può cambiare tutto su Chiara Poggi

  • Italia

Il delitto di Garlasco, a distanza di quasi vent’anni, continua a generare ipotesi e riletture che tengono viva l’attenzione dell’opinione pubblica. La tragica morte di Chiara Poggi, avvenuta nell’agosto del 2007, è stata al centro di uno dei processi più discussi della cronaca nera italiana, con la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima. Eppure, nonostante il verdetto, periodicamente tornano a galla teorie alternative che cercano di collegare l’omicidio a scenari più oscuri e complessi.

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Negli ultimi giorni, a rilanciare un filone mai davvero accantonato è stato l’arresto a Zurigo di Flavius Savu, cittadino rumeno già condannato a cinque anni per estorsione nei confronti di don Gregorio Vitali, ex rettore del Santuario della Bozzola. L’uomo, intercettato dalle autorità svizzere dopo anni di latitanza, avrebbe annunciato la sua intenzione di rivelare presunti legami tra il santuario e il delitto Poggi, riaprendo di fatto la pista che molti avevano relegato tra le suggestioni.


Garlasco, parla l’avvocato Lovati

A commentare questa vicenda è stato l’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, uno dei giovani finiti nel tempo nell’orbita delle indagini ma poi mai incriminato. Ospite di “Ignoto X”, programma condotto su La7 da Pino Rinaldi, il penalista ha sorpreso il pubblico con una tesi che, nelle sue stesse parole, resta un’ipotesi personale: “Le messe nere non c’entrano niente, non è questo il terreno sul quale bisogna investigare. Io ho sempre parlato invece di massoneria bianca, non messe nere”, ha affermato, spiegando di non avere prove investigative ma di voler stimolare nuove riflessioni.

Lovati ha sottolineato che parte delle sue deduzioni derivano dalle ricerche effettuate dalla stessa Chiara Poggi e salvate su una chiavetta USB. Tra i file rinvenuti figurerebbe un documento denominato “abusati 5.0”, contenente articoli relativi a casi di pedofilia che coinvolgevano sacerdoti. Un dettaglio, questo, che secondo l’avvocato non dovrebbe essere sottovalutato. “La massoneria bianca è peggio della nera perché è una massoneria che è stata messa all’indice da tutti i papi della Chiesa cattolica”, ha aggiunto.

Il legale è andato oltre, parlando di una presunta organizzazione internazionale che sarebbe “dedita alla pedofilia, dedita al commercio degli organi umani e che ha radici internazionali”. Dichiarazioni pesanti che inevitabilmente scuotono una vicenda già segnata da anni di processi e da una verità giudiziaria stabilita, ma mai pienamente accettata da parte dell’opinione pubblica.

Il riferimento al Santuario della Bozzola, a pochi chilometri da Garlasco, non è nuovo. Già in passato Lovati aveva sostenuto che Chiara potesse aver scoperto un “segreto” legato a quel luogo, forse di natura sessuale, che qualcuno avrebbe voluto tenere nascosto a ogni costo. Una ricostruzione che, pur mancando di riscontri ufficiali, torna ciclicamente a emergere ogni volta che si registrano sviluppi collaterali, come l’arresto di Savu.

La figura di don Gregorio Vitali è infatti parte integrante di questo intreccio. L’ex rettore del santuario, nel 2014, denunciò di essere stato vittima di una pesante estorsione: due uomini, tra cui lo stesso Savu, lo avevano adescato, filmato in momenti compromettenti e poi ricattato chiedendogli ingenti somme di denaro per non diffondere i video. La vicenda si concluse con la condanna dei responsabili, ma l’ombra di quell’episodio ha continuato ad aleggiare nei racconti di chi cerca di collegare la morte di Chiara a un contesto criminale più ampio.

Il quadro che ne emerge è dunque intricato e carico di suggestioni, in cui fatti giudiziari, dichiarazioni e ipotesi si mescolano senza però offrire, almeno per ora, nuovi elementi concreti sull’omicidio di Garlasco. Resta la condanna definitiva di Stasi, ma anche la sensazione diffusa che, dietro quella tragedia, possano celarsi ancora zone d’ombra mai del tutto illuminate.


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