Sono passati due mesi dalla scomparsa di Kata, due mesi di indiscrezioni e false piste, due mesi lunghissimi per la famiglia della bimba vista per l’ultima volta all’esterno dell’ex hotel Astor e che continua a sperare di trovarla. Nelle ore scorse è intervenuta, per la prima volta, la nonna di Kata: Esther. Intervistata dal quotidiano la Nazione ha raccontato il suo pensiero sul caso che coinvolge la nipote. L’intervista inizia con un ricordo: “Era una bambina chiacchierona e piena di energia. Quando mi vedeva urlava sempre: ‘mami, mami”.
“L’ultima volta che ho visto Kata era l’8 giugno, un giovedì. Quel giorno, la bambina era bizzosa: si rifiutava di mangiare la cotoletta che avevo preparato e voleva solo il riso, il suo piatto preferito. Era una gioia avere Kata intorno. Quando mio marito mi chiamò per dirmi che era sparita, qualcosa si ruppe dentro di me”. E ha mandato in pezzi tutto il resto della famiglia.

Scomparsa Kata, parla la nonna: presa per uno scambio di persona
Racconta ancora Esther: “Mio figlio mi ha confidato di volersi uccidere. Io gli ho detto di pensare alla sua famiglia, ma lui non riesce a smettere di torturarsi. Mi chiede: ‘Dove eravate tutti quando è sparita la mia bambina?’ e io non so come rispondere. Nei giorni scorsi è svenuto perché non mangia più: è caduto in terra davanti al fratellino di Kata, terrorizzato”. Poi la sua verità sulla bimba.

“Credo che sia stata vittima di uno scambio di persona: volevano rapire un’altra bambina ed è stata presa per sbaglio. Sono sicura che nessuno avrebbe mai fatto del male alla mia famiglia volontariamente. Siamo delle brave persone: mio figlio ha avuto una vita difficile, ma ha scontato la sua pena in carcere. E la famiglia di Katherine, mia nuora, è rispettata. Io non ho idea di cosa succedesse all’Astor, ma sono certa che Abel (lo zio di Kata, ndr) non c’entri niente”.

“Mio figlio – racconta – ha conosciuto Katy quando avevano 12 anni. Ero molto amica della mamma di Katherine e, spesso, i ragazzi venivano ad aiutarmi al mercato, dove avevo un banco di frutta e verdura. Li ho visti crescere insieme e innamorarsi: erano una coppia affiatata e invidiata”.Esther, se pensa alla scomparsa della nipote, è divorata dai sensi di colpa: “se solo non avessi dato così importanza al mio lavoro, forse Kata sarebbe ancora qui. Ma sono fiduciosa nel lavoro degli inquirenti. Ci riporteranno la nostra nipotina”.