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“C’è un cadavere nel lago”. Scomparsa Sara Pedri, svolta nelle ricerche. Gli investigatori arrivati sul posto

  • Italia

Sara Pedri, il caso della ginecologa 32enne scomparsa il 4 marzo da potrebbe essere a una svolta. Era svanita nel nulla subito dopo il trasferimento dall’ospedale Santa Chiara di Trento. E sotto la lente degli ispettori del Ministero della Salute, chiamati a far luce sulle condizioni ambientali del reparto di ginecologia e ostetricia, così come quello di Cles, da cui si era dimessa 24 ore prima della sparizione. La sua storia sembra ruotare attorno al reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dove il clima per il personale non sarebbe stato facile, con presunte pressioni e umiliazioni.


Un clima forse all’origine della scomparsa della ginecologa. Che il clima fosse torbido lo si capisce anche da quanto riporta Il Corriere del Trentino precisando che le cinque ginecologhe, attualmente in servizio nel reparto, si sono rivolte agli avvocati Andrea de Bertolini e Andrea Manca per iniziare un’azione legale. “L’intenzione delle nostre assistite non era certo quella di screditare l’Azienda sanitaria, il loro datore di lavoro”.

Sara Pedri


Sara Pedri, la pista degli investigatori

E ancora: “Verso il qualche certo sempre avuto rispetto garantito massimo impegno e dedizione – affermano i legali – ma di dichiarare la condizione di sofferenza e prostrazione hanno che condizione di sofferenza e prostrazione hanno che condizione di sofferenza e non era solo di chi se n’era andato (almeno 11 gli operatori che hanno abbandonato nel solo 2019), di chi non c’era più in quel reparto. Ma anche di chi ci resta”.

Sara Pedri


Un’indagine fare luce su questo problema. Così mentre i cani molecolari specializzati nella ricerca di resti umani e tracce ematiche hanno infatti fiutato delle tracce punto del lago di Santa Giustina. Lo riporta il Corriere della Sera. E la paura è che il corpo possa essere quello di Sara Pedri. Ai cani sono poi stati fatti annusare dei vestiti della dottoressa, che viveva in un appartamento a Cles.

ricerche sara pedri

Il loro fiuto ha portato fino all’imbocco della pista ciclabile della val di Sole, che si trova proprio all’inizio del ponte di Mostizzolo. I cani si sono fermati in prossimità di un dirupo alto una cinquantina di metri. Circostanza che ha fatto pensare al gesto estremo. Anche per la storia (tragica) di quel posto. Nelle prossime ore sono dunque attese delle novità. Le speranze di ritrovare viva Sara Pedri diminuiscono con il passare dei giorni.

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