Sono state interrotte lo scorso 12 luglio le ricerche di Saman Abbas, la ragazza 18enne di origini pakistane di cui si sono perse le tracce a Novellara, nella Bassa Reggiana Era stata promessa a un cugino in Pakistan per un matrimonio forzato e aveva rifiutato le nozze combinate. Saman Abbas e il suo fidanzato Saqib avevano pianificato una fuga per poi sposarsi. Ma Saman è sparita: gli investigatori sono convinti che sia stata uccisa. Per il suo omicidio ci sono cinque indagati: lo zio – ritenuto l’esecutore materiale del delitto – due cugini (di cui uno è in carcere, mentre l’altro è ricercato in tutta Europa assieme allo zio) e i genitori latitanti in Pakistan.
Nell’incidente probatorio dello scorso 18 giugno a parlare è stato il fratello di Saman Abbas che ha ribadito che a uccidere la ragazza è stato lo zio Danish Hasnain. La testimonianza del minore, durata poco più di due ore, ha confermato quanto il giovane aveva già detto agli inquirenti sull’omicidio della sorella diciottenne: ad uccidere la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, tuttora latitante e si pensa in fuga in Europa.
Saqib ha parlato poco prima dell’incidente probatorio al quale è sottoposto come testimone nella mattinata di venerdì 23 luglio: “Ho ancora la speranza che Saman sia viva”. Poi ha aggiunto “Sono un po’ agitato, ma sono pronto a raccontare tutto quello che so”. Poche parole, poi si è commosso. A quel punto l’avvocato che lo tutela, Claudio Falleti, ha preso la parola: “Il suo stato d’animo è comprensibile per il dolore che si porta dentro il ragazzo. Oggi è un giorno importante per cristallizzare la sua testimonianza e raccontare quello che ha sempre detto finora”.
Il legale ha lanciato un appello al Pakistan: “La nostra richiesta principale è chiedere al Paese di cooperare anche per proteggere la famiglia del ragazzo in patria. Il mio scopo è portare i genitori in Italia per farli stare più tranquilli”. La famiglia del fidanzato aveva ricevuto pressioni e minacce dagli Abbas affinché il ragazzo lasciasse Saman.
Infatti il 21enne di origini pachistane, il 9 febbraio presentò una denuncia dicendo che il padre della ragazza, con altre persone, si presentò a casa dei suoi genitori dicendo: “Se tuo figlio non lascia Saman sterminiamo tutta la famiglia”. Sono stati resi noti i messaggi che i due fidanzati si scambiavano: “Ma perché Dio ha deciso che la mia vita deve essere così? Non so cosa fare, mi scoppia il cervello”, scriveva Saman. “Amore, vai dai carabinieri ora”, la risposta del ragazzo.