Domenica mattina, molti italiani si sono svegliati con una sorpresa inaspettata: le loro auto erano ricoperte da uno strato di polvere rosso-marrone. A prima vista, potrebbe sembrare sabbia del Sahara, ma in realtà si tratta di polveri molto più sottili sollevate dai venti. Questo fenomeno, noto come “pioggia rossa” o “pioggia di sabbia”, è causato dal trasporto di particelle fini dal deserto del Sahara, con un diametro medio di circa 20 micron, molto diverse dai granelli di sabbia, troppo pesanti per essere trasportati a tali distanze.
Il processo che porta alla formazione della pioggia rossa inizia con la presenza di una bassa pressione tra l’Atlantico, la penisola Iberica e la Francia, mentre una seconda bassa pressione si sviluppa tra l’Italia e i Balcani. Questo crea una circolazione d’aria antioraria che solleva le polveri dal Nord Africa. Antonio Sanò, fondatore di iLMeteo.it, spiega: “La perturbazione proveniente da Ovest incontra il flusso caldo dal Sud, rallentando il suo progresso a causa della bassa pressione a Est.” Questo rallentamento consente ai venti di raccogliere la polvere sahariana e di sollevarla fino a 10.000 metri di altitudine, permettendo alla polvere di viaggiare per migliaia di chilometri.

Anche se il fenomeno non è nuovo, oggi è più facilmente osservabile grazie ai satelliti. Ogni anno, dal Sahara si sollevano circa 180 milioni di tonnellate di polveri che possono dirigersi verso l’Europa o attraversare l’Atlantico. Le polveri sahariane non solo raggiungono i paesi mediterranei come Spagna, Italia e Grecia, ma possono spingersi fino ai ghiacciai della Groenlandia e colorare i cieli di Londra di giallo ocra.
Una volta caduta con la pioggia, la polvere sahariana si deposita su vetri e carrozzerie, risultando difficile da rimuovere a causa delle sue particelle molto fini che aderiscono alle superfici. Le condizioni meteorologiche che favoriscono il sollevamento di queste polveri si verificano principalmente tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno.

Sul fronte della salute, la polvere sahariana contribuisce al particolato sottile (PM2.5 e PM10) nell’atmosfera, aggravando le condizioni respiratorie di chi soffre di asma e altre malattie respiratorie. Tuttavia, queste polveri contengono anche alte concentrazioni di ferro e fosforo, elementi vitali per la fotosintesi degli esseri viventi marini. Infatti, uno studio del 2014 ha stimato che oltre il 70% del ferro disponibile per gli esseri fotosintetici dell’Atlantico proviene proprio dalle polveri sahariane, rendendo queste particelle dei fertilizzanti naturali essenziali.

Il fenomeno della “pioggia rossa” è un chiaro esempio di come le condizioni atmosferiche possano trasportare elementi naturali a grandi distanze, con effetti sia visibili che invisibili sulle nostre vite e sull’ambiente. Le polveri sahariane, pur rappresentando un problema per la pulizia e la salute, giocano un ruolo cruciale come fertilizzanti naturali, dimostrando ancora una volta la complessità e l’interconnessione dei sistemi naturali del nostro pianeta.
In conclusione, la prossima volta che vedremo le nostre auto coperte da un sottile strato di polvere rossa, potremo riflettere su questo straordinario viaggio che queste particelle compiono dal deserto del Sahara fino alle nostre città, portando con sé tanto benefici quanto sfide per l’ambiente e la salute.