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“Riesumate il corpo di quell’altro bimbo”. Caso Fortuna, la decisione choc. Così vogliono incastrare l’orco di Caivano

 

Dietro la morte di Fortuna Loffredo, la ragazza di soli sei anni precipitata dal balcone di un’abitazione a Parco Verde a Caivano nel giugno 2014, ci sono ora ben tre piste al vaglio degli inquirenti. La più importante riguarda gli abusi e l’omicidio, la seconda i favoreggiatori dei reati che hanno visto e ha taciuto, la terza l’aggressione all’uomo accusato di avere spezzato quella giovane vita.

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Come scrive il quotidiano La Repubblica, infatti, i magistrati della Procura di Napoli stanno attendendo la relazione scritta su quanto avvenuto nel carcere di Poggioreale qualche giorno fa. Raimondo Caputo, l’uomo che avrebbe violentato e poi spinto di sotto la bimba, sarebbe stato infatti colpito nel penitenziario con un pugno, riportando delle escoriazioni.

 

Caputo, secondo una prima ricostruzione dei fatti, sarebbe stato aggredito nella cella al terzo piano del padiglione “Roma” del carcere di Poggioreale dai detenuti che con lui dividevano la stanza. Mentre dunque si apre questo terzo fascicolo, si continua a indagare sugli altri due filoni.

 

Nello stesso palazzone del Parco Verde dove ha perso la vita Fortuna, infatti, si era già verificata una tragedia analoga: Antonio Giglio, tre anni, era caduto di sotto perdendo la vita. Ora il sospetto si fa atroce, che anche dietro quel dramma ci fosse la stessa mano, una rete di pedofili della quale Caputo faceva parte e che aveva simulato l’incidente per nascondere le loro violenze.

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