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“Uccisa e sepolta dalla famiglia”. Rifiuta matrimonio combinato e scompare nel nulla: il retroscena choc

  • Italia

Reggio Emilia, le ricerche di Saman Abbas non si arrestano. È trascorso un mese dalla scomparsa della giovane ragazza di origini pakistane. Saman ha provato a opporsi al matrimonio combinato che aveva in mente per lei la famiglia, e dal giorno della scomparsa della giovane da Novellara, gli inquirenti avanzano qualche ipotesi, che andrebbero a scartare la possibilità che Saman possa essere fuggita all’Estero.

Tutto andrebbe ricondotto a quel matrimonio combinato che Saman non ha avrebbe accettato. Ma tra le ipotesi della fuga della ragazza all’Estero, ad oggi gli inquirenti sembrano tracciare un’altra pista d’indagine, che farebbe riferimento all’uccisione della giovane e all’occultamento del corpo nei campi limitrofi all’azienda dove lavorano anche il padre e il fratello.

Saman Abbas scomparsa ipotesi omicidio videosorveglianza


La famiglia la voleva sposata a un cugino e la ragazza ha provato in tutti i modi a opporsi a quel matrimonio, arrivando a denunciare i genitori ai carabinieri. La coppia di coniugi aveva già acquistato i biglietti aerei per il Pakistan. A nutrire l’ipotesi di omicidio, alcune immagini tratte dalle telecamere di videosorveglianza che mostrerebbero i parenti armati di pale e teli.

Saman Abbas scomparsa ipotesi omicidio videosorveglianza

Le immagini sono riferite al 29 aprile scorso. Sono tre le sagome che in video appaiono spostarsi a piedi, armati di due pale, un piede di porco, un secchio e del telo plastificato. Tutto alle 19.15, orario di lavoro come riferito da Ivan Bartoli, padrone dell’abitazione e datore di lavoro di Shabbar Abbas. E sempre secondo gli inquirenti, le tre sagome sarebbero riferite a quelle dei due cugini di Saman e del padre, ad oggi indagati e i cui nomi sono stati inseriti nel fascicolo aperto in procura a Reggio Emilia dalla pm Laura Galli.

Saman Abbas scomparsa ipotesi omicidio videosorveglianza
Saman Abbas scomparsa ipotesi omicidio videosorveglianza

Ma non si perdono di vista anche la madre della 18enne e il fratello, dipendenti dell’azienda agricola di Bartoli, partiti repentinamente per il Pakistan a inizio maggio. Due binari dunque, quello investigativo e quello preposto al gruppo di ricerca di Saman, ovvero squadre di carabinieri che da giorni, con l’aiuto dei cani molecolari, stanno perlustrando le campagna. E la sindaca Elena Carletti lancia un appello: “Nell’attesa che indagini e ricerche facciano chiarezza su questo dramma noi ci siamo e non arretriamo di un passo. Insieme e coesi, determinati a fare tutto il possibile affinché nessuna donna, nessuna persona, debba subire violenza”.

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