Condannato a diciotto anni per omicidio volontario aggravato il fidanzato di Federica Mangiapelo, la ragazza morta nel lago di Bracciano la notte di Halloween del 2012. Sarebbe stata uccisa nel cuore della notte al termine di un ”violento litigio”: il ragazzo Marco Di Muro le avrebbe preso la testa tra le mani per poi schiacciarla nell’acqua gelida del lago che si trova a pochi chilometri di distanza da Roma. Il cadavere della ragazza venne ritrovato soltanto all’alba del 1 novembre 2012, con il busto scoperto, il maglione e il giubbotto tirati su. Ascoltato dai carabinieri, il fidanzato raccontò di essere tornato a cercare Federica, ma di non averla più trovata.
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Di Muro si è sempre difeso dicendo di non essere presente al momento della morte di Federica. Inizialmente l’autopsia stabilì che Federica Mangiapelo sarebbe morta per cause naturali. Successive e più accurate perizie ipotizzeranno una morte per annegamento, circostanza ben diversa da un possibile decesso per miocardite come era emerso in un primo momento. ”La famiglia non è soddisfatta – dice l’avvocato Andrea Rossi legale della famiglia di Federica Mangiapelo – perché quando muore una figlia di 16 anni non si può mai essere soddisfatti. La condanna è un riconoscimento alle sofferenze di Rosella e Luigi, i genitori di Federica, e agli sforzi miei, di Francesco Pizzorno e del pm Eugenio Rubolino per raggiungere la verità”. ”Nessun commento, dobbiamo aspettare le motivazioni”, dice l’avvocato Massimiliano Sciortino, difensore di Marco Di Muro.