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“Purtroppo è lui”. Trovato senza vita a 28 anni. Il gesto choc, poi l’altra terribile scoperta: chi era

  • Italia
Morto Gianmarco Ceccani amico Emanuele Morganti ucciso dal branco

Tragedia ad Alatri, in provincia di Frosinone, nella mattina di lunedì 20 maggio. A fare la macabra scoperta sarebbero stati i suoi familiari, non è ancora certo se nell’abitazione del ragazzo o in un locale di un’attività commerciale di proprietà della famiglia. La vittima è stata trovata senza vita, sembrerebbe impiccato. Secondo quanto riportano i quotidiani locali, infatti, sembra certa l’ipotesi del gesto estremo.

Una motivazione che, al momento, resta ignota. La notizia ha iniziato a girare in mattinata per il paese, dove il giovane, da tutti descritto come solare, allegro, gran lavoratore e disponibile con tutti, era conosciuto e benvoluto. La tragedia si è verificata nella zona della Polledrara, a Tecchiena, popolosa frazione di Alatri, dove il 28enne risiedeva.

“Quattro morti, tutti sotto i 26 anni”. Due terribili incidenti in poche ore: è strage di giovani

Morto Gianmarco Ceccani amico Emanuele Morganti ucciso dal branco


Morto Gianmarco Ceccani, fu l’unico a difendere Emanuele Morganti dal branco che lo uccideva

La vittima era molto conosciuta in zona, ma in realtà anche da tanti italiani, perché era stato il superteste del processo per il pestaggio, con conseguente morte, del 20enne Emanuele Morganti, anche lui di Tecchiena, e l’unico a cercare di difendere il suo amico. Il fatto di cronaca risale al 26 marzo 2017, in piazza Regina Margherita ad Alatri e dopo il pestaggio furono poi arrestate quattro persone. Giammarco Ceccani aveva 28 anni. Per lui dolore troppo grande quello della perdita del suo amico Emanuele, dolore che si è portato dentro negli anni. Sui suoi profili social ricordava spesso il suo grande amico.

Morto Gianmarco Ceccani amico Emanuele Morganti ucciso dal branco

“Mi sarei fatto ammazzare per lui. Emanuele cerebralmente è morto quella notte. Correva tra le macchine, fuggiva da tutte quelle persone che lo rincorrevano. Correvano tutti dietro a lui. Ho provato a raggiungerlo, a farmi spazio, ma mi hanno fermato. Quando sono riuscito ad arrivare da lui, ho visto che stava per ingoiare la lingua, ho provato a tirargliela fuori. Loro continuavano a colpirlo. E poi si sono concentrati su di me”, aveva raccontato Gianmarco dopo la morte dell’amico e ricordando quei terribili momenti.

Durante il processo, il giovane aveva puntata il dito su Franco Castagnacci, all’epoca uno degli imputati per omicidio in concorso. Castagnacci non gli aveva permesso di soccorrere Emanuele che veniva colpito con calci e pugni da almeno quindici persone. Il giovane aveva cercato di raggiungere l’amico ma Castagnacci lo aveva tenuto per un braccio dicendogli che altrimenti per lui si sarebbe messa molto male.


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