L’11 agosto, nella notte di San Lorenzo. è morta la scrittrice Michela Murgia. Malata da tempo, aveva 51 anni. A maggio aveva annunciato di avere un tumore al quarto stadio e ormai “mesi di vita” ma di non avere “paura della morte. Ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi”, aveva confidato ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera.
I funerali della scrittrice sarda si sono celebrati nella Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo. Il feretro è stato accolto da un lungo applauso anche all’arrivo, la scalinata gremita da una folla silenziosa a rendere l’ultimo omaggio alla scrittrice morta a 51 anni dopo una lunga malattia. Michela Murgia li ha trascorsi con le persone più care – la sua queer family, in un appartamento a Roma – a godere dei piccoli momenti di felicità.
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Michela Murgia, perché sulla bara c’erano i carciofi
Lo scorso 15 luglio Michela Murgia ha sposato “in articulo mortis” Lorenzo Terenzi, di sedici anni più giovane. I due non sono mai stati fidanzati ma hanno deciso di sposarsi per la sua famiglia queer e per avere accanto qualcuno di cui potersi fidare dopo la diagnosi della malattia: “Se tra qualche anno sei libero ti va di sposarmi? Così potrò avere vicino una persona di cui mi fido per farla decidere al posto mio”, aveva chiesto la scrittrice al regista e sceneggiatore.

Al funerale di Michela Murgia si sono presentate le famiglie arcobaleno, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura, gente comune e politici. Tra i primi ad arrivare, la segretaria del Pd Elly Schlein. all’uscita del feretro le persone hanno cantanto ‘Bella ciao’ (VIDEO). I funerali, celebrati da don Walter Insero, hanno visto la partecipazione e gli interventi di diversi personaggi che hanno ricordato la scrittrice sarda, da Roberto Saviano alla scrittrice Chiara Valerio. A colpire i presenti il copri bara di Michela Murgia, una composizione realizzata con carciofi e peperoncini. Una curiosità svelata dal fratello della scrittrice, arrivato a Roma dalla Sardegna per l’ultimo saluto alla sorella.


“Mi hanno colpito l’amore che ho sentito, le parole straordinarie di Chiara Valerio, l’ironia di Lella Costa. E poi la macchia mediterranea in chiesa e i carciofi, che per la mia famiglia hanno un significato particolare“, ha spiegato Cristian Murgia. “Nostra madre, donna fortissima – dice al Corriere della Sera – faceva sempre la battuta: ‘Quando capiterà a me, non spendete soldi in grandi cose, mi mettete dentro una cassettina di carciofi e io sono a posto’. Così quando ho visto quei carciofi mi è venuto un po’ da ridere”.