Il calendario, si sa, non è nulla di arbitrario: si tiene conto della rotazione terrestre, del sole eccetera. Ed è sulla base dei sette giorni che organizziamo, da secoli, tutta la nostra vita. Qualcuno, però, comincia a pensarla diversamente e propone un nuovo modello di vita: portare la settimana lavorativa a quattro giorni. Togliendone uno, insomma. Nessuna nuova lotta sindacale, perché a proporlo è una ricerca pubblicata sull’American Journal of Epidemiology secondo la quale chi lavora 55 ore a settimana è molto più stanco mentalmente e, di conseguenza, meno produttivo rispetto a chi ne fa solo 40. Lavorare un giorno in meno, dicono gli autori dello studio, potrebbe tenere sotto controllo la pressione e diminuire i rischi di contrarre malanni. Alcune grandi imprese confermano, come Basecamp. Lì i dipendenti lavorano 32 ore a settimana e, spiegano dall’azienda, si riesce a focalizzare meglio l’attenzione su mansioni e obiettivi. Ora anche Google dichiara che, in fondo, potrebbe essere una soluzione. Oppure l’alternativa è quella di tenere fermi i cinque giorni lavorativi, dando più ore libere ai lavoratori in modo da permettere loro di rigenerarsi continuamente. E, forse, il lunedì sarebbe meno odiato da tutti.
