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“Grandi grazie a te”. Funerali Paolo Rossi, la foto commovente che è già storia

“Paolo, Paolo, Paolo”. I tifosi fuori dal duomo di Vicenza hanno accolto l’arrivo del feretro di Paolo Rossi, per tutti ‘Pablito’, l’eroe dei mondiali di calcio vinti dall’Italia nel 1982. Rossi segnò sei gol e fu il campione che trascinò al successo l’Italia allenata da Enzo Bearzot. Un campione riconosciuto da tutti, un uomo che è diventato il simbolo non solo della Nazionale, ma anche dell’Italia intera che si unì in un enorme abbraccio per gli azzurri campioni del mondo.

Rossi è morto a 64 anni, sconfitto da un male incurabile. Pablito ha lasciato un vuoto enorme negli ex compagni con i quali ha condiviso pagine storiche e in tutte le persone che sono cresciute con il mito di quella Nazionale. Già ieri, venerdì 11 dicembre, in migliaia si sono riversati allo stadio Menti di Vicenza per rendere omaggio a Rossi, che era stato lanciato nel calcio che conta proprio dai lanieri. Stamattina si è invece tenuto il funerale, ovviamente alla presenza di sole 250 persone per rispettare le restrizioni dettate dall’emergenza coronavirus. (Continua dopo la foto)


A portare il feretro in spalla sono stati i suoi ex compagni della Nazionale come si vede nelle foto pubbliate dal Messaggero di Marco Bertorello/AFP: dal “gemello” Marco Tardelli a Giancarlo Antognoni, da Fulvio Collovati ad Antonio Cabrini. Proprio l’ex difensore della Juventus ha parlato in Duomo e non è riuscito a trattenere l’emozione “Non ho perso solo un compagno di squadra, ma un amico e un fratello. Insieme abbiamo combattuto, vinto e a volte perso, sempre rialzandoci davanti alle delusioni. Siamo stati parte di un gruppo, quel gruppo, il nostro gruppo”. (Continua dopo la foto)

“Non pensavo che ti saresti allontanato così presto, ma che avremmo camminato ancora tanto insieme – ha proseguito Cabrini -. Già mi manchi, le tue parole di conforto, le tue battute e i tuoi stupidi scherzi. Le tue improvvisate e il tuo sorriso. Mi manca proprio tutto di te, oggi voglio ringraziarti perché se sono quello che sono lo devo anche al meraviglioso amico che sei stato”. (Continua dopo la foto)

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Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha deposto una maglia azzurra della nazionale italiana con il n.20 sul feretro di Paolo Rossi, davanti all’altare del Duomo di Vicenza dove si sono tenuti i funerali. “Astuto come un serpente in campo ma in tutta la sua vita semplice come una colomba, così era Paolo – dice nell’omelia don Pierangelo Ruaro, delegato dal vescovo di Vicenza Baniamino Pezziol che ha celebrato il funerale -. Paolo ha vissuto la malattia con il garbo e la discrezione di sempre. La sua grandezza è stata di essere un fuoriclasse, ma mai un personaggio. Andrai nella Coverciano del cielo”.

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