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“Ora o mai più”. Le gemelline Livia e Alessia, scomparse il 30 gennaio 2011 e il suicidio del padre sotto un treno. Un silenzio lungo sei anni. Adesso l’annuncio ufficiale sul caso che ha scioccato l’Italia: cosa sta succedendo

  • Italia

 

“Chi l’ha visto?” torna a occuparsi delle gemelline Schepp, Alessia e Livia. Le bambine sono scomparse sei anni fa dopo che il padre le aveva portate via dalla mamma. L’uomo era stato trovato senza vita sui binari della linea ferroviaria di Foggia. Della sorte delle due bambine non s’era più saputo nulla. Il Tribunale di Losanna ha quindi pubblicato un avviso ufficiale con il quale chiede a chiunque sappia qualcosa della loro scomparsa di farsi avanti, altrimenti verrà dichiarata la morte presunta delle gemelline Schepp. Il padre le portò via nel 2011 e da allora la madre, l’avvocata italiana Irina Lucidi, non si è mai data per vinta. L’uomo, ingegnere di 43 anni residente in Svizzera, fu trovato suicida sui binari della stazione di Cerignola, in provincia di Foggia. Prima di far perdere le sue tracce, il giorno del rapimento delle bimbe, il 30 gennaio 2011, l’uomo lasciò un biglietto indirizzato all’ormai ex moglie: “Le bambine non hanno sofferto, non le vedrai mai più”. Un annuncio tragico, che ovviamente fece pensare subito al peggio. (Continua a leggere dopo la foto)


I due si erano sposati nel 2004, ma poco dopo erano entrati in crisi e avevano provveduto a separarsi. Lei aveva deciso di traslocare e l’ex marito voleva vendicarsi togliendole le figlie. “Era autoritario – aveva raccontato Irina – l’altro non esisteva. Le persone non avevano identità, erano pedine e dovevano fare quello che diceva lui. Uno dei terreni di scontro era l’educazione di Alessia e Livia. Matthias aveva 100 milioni di regole. Su tutto. Aprire il frigo, mangiare, giocare, ogni cosa andava fatta secondo uno schema. La sera era uno dei momenti peggiori”. (Continua a leggere dopo le foto)

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”Non si poteva fare mai niente perché c’era lui che irreggimentava tutto e tutti. Si doveva mangiare alle 7 – aveva raccontato ancora la donna – e non dopo, poi lavarsi, mettersi in pigiama, guardare un po’ di tv, andare a letto, raccontare una storia e per le nove spegnere la luce. E guai a trasgredire”. Inutile la terapia di coppia alla presenza di uno psicologo. “Non è servito a niente. Quel che lui non sopportava era la mia indipendenza e per contrastarla non esasperava il lato autoritario del suo carattere. Finché la corda si è spezzata”.

Erano scomparse una settimana fa. Di una mamma e della sua bambina non c’era più traccia. Ora arriva l’atroce confessione. Ecco che fine hanno fatto e chi è il colpevole…

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