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Omicidio Loris Stival, ecco che sta succedendo a Veronica Panarello. È stato il suo avvocato ad annunciarlo

 

Omicidio Loris Stival: è ripreso davanti alla Corte d’assise d’appello di Catania il processo a Veronica Panarello, la giovane mamma condannata a 30 anni di reclusione dal gup di Ragusa per l’omicidio del figlioletto di 8 anni e per l’occultamento del suo cadavere. Un omicidio, questo di Loris, che ha sconvolto il Paese intero. Il piccolo fu ucciso nella casa a Santa Croce Camerina il 29 novembre del 2014. Prima strangolato con delle fascette di plastica e poi gettato nel canalone di contrada Mulino Vecchio. Nelle motivazioni della condanna di primo grado, il gup ha descritto la Panarello come una donna che ha avuto “una condotta deplorevole, reiteratamente menzognera, calunniosa e manipolatrice”. E, ancora, per il gup la definizione che dà il Riesame di “lucidissima assassina” appare benevola perché emerge oltre all’evidenza che “è stata lei da sola” ad avere commesso “senza pietà e pentimento il più innaturale dei crimini”. Giovedì scorso, come detto, è ripreso il processo, che si svolge a porte chiuse. L’accusa, con il pg Maria Aschettino e il pm Marco Rota, ha già chiesto la conferma della condanna di primo grado a 30 anni di reclusione per mamma Veronica. (Continua dopo la foto)


A margine dell’udienza di giovedì scorso, però, l’avvocato di Veronica ha annunciato la necessità di chiedere una nuova perizia psichiatrica sulla Panarello, che in questi anni ha cambiato diverse volte la sua versione dal giorno dell’omicidio del figlio, arrivando anche ad accusare il suocero. “Al termine della mia discussione al processo riproporrò la richiesta della riapertura del dibattimento finalizzata alla nuova perizia psichiatrica che ci è stata negata in apertura del processo di secondo grado. La Corte in quel caso non è stata risoluta, si è espressa dicendo che allo stato rigettava la mia richiesta. Oggi alla luce della requisitoria dei pubblici ministero ritengo sia necessaria la perizia psichiatrica”, ha detto l’avvocato Franco Villardita. (Continua dopo le foto)

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Il papà di Loris, nel frattempo, ha raccontato il suo dramma in un libro ‘Nel nome di Loris’, scritto per le edizioni Piemme con il giornalista Simone Toscano e con il suo avvocato Daniele Scrofani. Un libro in cui, scrive Repubblica, oltre a ripercorrere i tragici giorni che vanno dal delitto di Loris all’arresto di sua moglie, i dubbi che lo hanno poi portato a non credere alla versione di Veronica e lo sconcerto per i sospetti di una relazione tra lei e suo padre, Davide Stival racconta anche il dramma di Diego, il secondogenito, a cui a un certo punto ha dovuto dare spiegazioni. Quel giorno è arrivato a 2 anni dal ritrovamento di Loris e a pochi giorni dalla condanna a 30 anni della madre: Davide e Diego erano in macchina, di ritorno dal cimitero dove aveva portato un giocattolo sulla tomba del fratello. “Papà, come è morto Lorys? Chi è stato?”. Non può non dirgli la verità Davide, seppur con tatto: “La polizia ha fatto delle indagini, ha guardato i filmati delle telecamere e ha scoperto che la mamma un giorno non l’ha accompagnato a scuola. Da qui si è capito che forse è stata lei a fargli del male”.

“Mi dispiace ma…”. Omicidio Loris Stival, Veronica Panarello choc: la lettera dal carcere e la risposta all’ex marito Davide

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