“Scusate, avevo solo chiesto una amatriciana”, dice una figura nera con la falce in mano, ovvero la morte. Questo recita la vignetta in prima pagina, oggi, su Il Fatto Quotidiano che ha fatto imbufalire il web e fatto piovere una valanga di insulti. Una “freddura” disegnata dal vignettista Mario Natangelo che cercava in questa maniera di ironizzare sulla tragedia del terremoto di Amatrice, nel centro Italia. Vignetta di cui, sinceramente non se ne vedeva la necessità e poteva essere tranquillamente evitata.
Non è La prima volta che il popolare giornalista finisce al centro della polemica.
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Qualche settimana fa il direttore del Fatto Quotidiano suggeriva alla ministra delle riforme di occuparsi di argomenti a lei più congeniali, come la cellulite e la ricerca di un fidanzato. Frasi che erano suonate offensive e diffamatorie nei confronti della Boschi. Accuse rispedite al mittente: “Meglio ricordare chi siamo noi – aveva scritto Marco Travaglio in un editoriale intitolato I satiristi sono sacri (almeno qui al Fatto) – : un giornale nato per pubblicare ciò che nessuno pubblicherebbe mai in una stanza conformista, servile e bigotta”.
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E ancora: “ L’altra sera, quando è arrivata la vignetta di Mannelli, ci è parsa perfetta per descrivere il vuoto pneumatico e l’analfabetismo costituzionale che albergano nella testolina della Boschi (..). Poi, siccome la satira più riuscita è quella che fa discutere, ben vengano il lettori e le le lettrici che che dibattono pro e contro” Anche l’autore della vignetta, iIccardo Mannelli, si era difeso sulle pagine dello stesso giornale. “Questo è sessismo? Non so se ridere o piangere. Il mio disegno può non piacere, ma dice una cosa molto semplice: la Boschi va in giro da mesi, ogni sera su un palco diverso, a comunicare il vuoto pneumatico. A riempire chi la ascolta di parole senza significato. La vignetta sostiene questo: di quei discorsi non resta nulla, al massimo le cosce”.
Concetti ribaditi anche in un colloquio con il Corriere della Sera, in cui Mannelli spiega che “la satitra non consoce e il buono e il cattivo gusto. L’anno scorso abbiamo pubblicato Charlie Hebdo. io non sono sicuro che tutto sia di buon gusto, ma non interpreto il ruolo del censore”.