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“Non è stato un incidente”. Bimbo morto dal balcone, i giudici ipotizzano l’omicidio volontario

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Emergono nuovi retroscena sulla morte del piccolo Samuele, deceduto a Napoli dopo essere caduto dal balcone del terzo piano del suo appartamento. Venerdì scorso la notizia era stata trattata inizialmente come un incidente, poi però gli inquirenti si erano subito resi conto di una situazione ben diversa e si è poi arrivati al fermo del domestico, accusato di averlo ucciso. Nelle scorse ore è venuta fuori la confessione dell’uomo, che però avrebbe non confermato di aver ammazzato deliberatamente il bambino.

Questo quanto raccontato dal domestico: “Fuori al balcone, avendo sempre il piccolo in braccio, e appena uscito in prossimità della ringhiera, ho avuto un capogiro. Mi sono affacciato dal balcone mentre avevo il bambino in braccio perché udivo delle voci provenire da sotto a questo punto lasciavo cadere il bambino di sotto. Mi sono steso sul letto e ho iniziato a pensare a quello che era accaduto, dopo sono sceso e sono andato a un bar in via Duomo e ho preso cappuccino e cornetto”.

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Nonostante questa versione dei fatti del domestico sulla morte del bimbo di Napoli, gli investigatori non hanno ben delineato la vicenda. Anzi, ci sarebbero grossi dubbi su questa confessione. I giudici non sono per niente convinti che quanto avvenuto corrisponda a ciò che ha riferito il domestico Mariano Cannio e prediligerebbero un’altra ipotesi. Il malore non sarebbe credibile e sono certi che invece lui abbia deciso di uccidere in maniera volontaria per motivi ancora da stabilire esattamente.

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I giudici sono dunque sicuri della loro tesi sul decesso del bimbo di Napoli perché il domestico è stato molto lucido, quando ha rivelato i dettagli di quanto successo in sede di interrogatorio. Poi ha anche provato a fuggire subito dopo il fattaccio, quindi questo farebbe pensare che fosse stato studiato tutto volontariamente. Resta però il mistero sul movente del presunto delitto e quindi spetterà agli investigatori lavorare ancora alacremente per fugare ogni tipo di dubbio sul caso.

In precedenza l’avvocato del domestico, accusato di aver ucciso il bambino di Napoli, aveva detto: “Non intendo riferire dettagli sulle dichiarazioni rese dall’assistito, sono coinvolte famiglie che stanno soffrendo e non intendiamo speculare su questa triste vicenda”. Erano stati alcuni quotidiani ad anticipare che l’uomo aveva fatto delle parziali ammissioni su quanto successo. E poi sono usciti fuori tutti i particolari della vicenda.

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