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“Addio a un pezzo di storia”. Lutto in Italia, morto il giornalista e politico. L’annuncio poco fa

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Enzo Carra, morto a 79 anni il giornalista ed ex deputato

“Un uomo buono, colto, intelligente. Un pezzo di storia della Democrazia Cristiana e un testimone di cosa deve essere la politica. Per me e per molti di noi un amico vero che ci mancherà”. Con queste parole il senatore del Pd Dario Franceschini ha ricordato Enzo Carra, scomparso il 2 febbraio 2023.

Enzo Carra aveva 79 anni. Tra il 1989 e il 1992 il giornalista è stato capoufficio stampa della Democrazia Cristiana e negli anni successivi deputato in tre legislature con la Margherita e con il Partito Democratico. Era ricoverato da una settimana nel reparto di Terapia intensiva del Policlinico Gemelli a causa di una crisi respiratoria. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 8 agosto.

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Enzo Carra, morto a 79 anni il giornalista ed ex deputato


Enzo Carra, morto a 79 anni il giornalista ed ex deputato

Diventato l’immagine di una delle pagine più buie dell’inchiesta ‘Mani pulite‘, Enzo Carra era stato arrestato e trascinato in tribunale con gli schiavettoni (le manette con serraggio a vite) ai polsi a favore di fotografi e cameramen. Ha raccontato la politica come giornalista per quasi vent’anni, prima di diventarne un protagonista come portavoce della Democrazia cristiana e quindi come parlamentare dell’area centrista.

Enzo Carra, morto a 79 anni il giornalista ed ex deputato

Nato a Roma l’8 agosto del 1943, Enzo Carra inizia a scrivere a 22 anni occupandosi di critica cinematografica, fondando anche un giornale dal titolo ‘Il Dramma‘. Poi nel ’70 inizia a scrivere per il quotidiano ‘Il Tempo‘, dove è rimasto fino al 1987, firma di punta delle pagine politiche. Coinvolto, suo malgrado, nell’inchiesta relativa alla maxi tangente Enimont, accusato di falsa testimonianza. Una vicenda che, anche e soprattutto per le modalità che portano al suo arresto nell’inverno del 1993, segna la sua vita e quella della sua famiglia.

“Mio figlio – racconterà in un’intervista in occasione dei trent’anni di Tangentopoli – veniva villaneggiato a scuola e fece molta fatica a riprendersi. Io mi rimisi in carreggiata grazie a un amico psichiatra. Volevo andare via, mia moglie insisteva perché rimanessimo in Italia, ricominciai a lavorare solo due anni dopo grazie a Minoli”. Riabilitato nel 2004, torna dunque all’attività giornalistica, autore per la Rai di numerose inchieste televisive

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