Lutto nella moda italiana, lo stilista se n’è andato a 82 anni. A dare la notizia la moglie e i figli. A quanto si apprende si è spento nella sua casa di Lecce. A esprimere cordoglio, per primo, il sindaco della città Carlo Salvemini. “Con lui Lecce è entrata nel circuito della grande moda italiana proprio negli anni in cui questa si conquistava il suo posto di primo piano nel mondo. Il suo atto di massima generosità, però, è stato quello di mettere la sua esperienza e la sua passione a disposizione dei giovani”.
E ancora: “Cominciando dai suoi tre figli e continuando, poi, con l’istituto che porta il suo nome, in via 47mo Reggimento Fanteria, dove tante generazioni di allievi varcano l’ingresso con il sogno di lavorare nella moda e vengono seguiti nel percorso per realizzarlo, trasmettendo loro quell’arte del vestire elegante che è il marchio di fabbrica della famiglia. Alla moglie Anna Rita, ai figli Christian, Manuel e Carol giunga l’abbraccio e il conforto mio e di tutta la città”. Tanti i messaggi di dolore per Pino Cordella.
Pino Cordella, una vita per la moda
Grazie al suo talento nel campo della moda Pino Cordella si era guadagnato l’appellativo di “Maestro” e nel corso della sua carriera aveva avuto modo di vestire e collaborare con alcune importanti personalità del mondo dello spettacolo e della cultura. Nel 1994 gli è stata anche commissionata la casula per papa Giovanni Paolo II.
Motivo, la sua visita a Lecce, fatto che si è ripetuto più di recente con l’arrivo di Benedetto XVI a Santa Maria di Leuca. Fra i riconoscimenti, la Laurea Honoris Causa conferita dalla alla Columbia University di New York. Pino Cordella si era diplomato ancora giovanissimo presso gli Istituti Marangoni e Secoli di Milano, e a seguire aveva preso in mani le redini della sartoria di famiglia, fondata nel 1783 da Leonardo Cordella.
Consigliere dell’Accademia nazionale dei sartori, nel 2002, al Pincio, a Roma, Pino Cordella ha sfoggiato abiti innovativi. “Abiti di ispirazione etnica per liberare con una semplice zip il leggendario burka, aprendolo in due parti per divenire fiore che sboccia: una forte simbologia di vita che rinasce dopo l’oscurità”.