Madonna di Trevignano, la Procura di Civitavecchia ha disposto nuove verifiche sulle statuette della Madonna e su un quadro raffigurante Cristo. Le prime, a detta di Scarpulla lacrimavano lacrime e sangue, mentre il secondo trasudava. Il motivo? “Incertezze di metodo, che potrebbero travolgere gli esiti investigativi sugli accertamenti tecnici condotti nel corso della prima indagine sulla statuetta della Madonna e sul quadro del Cristo il cui esito è al nostro esame”, si legge nel comunicato della Procura.
“L’unico tema d’interesse per la Procura di Civitavecchia è quello della ricerca nella vicenda di aspetti di natura penale e di evitare, anche involontariamente, pericolosi scivolamenti in campi rimessi all’Autorità religiosa che, tra l’altro, di recente si è anche pronunciata sulla natura degli eventi accaduti a Trevignano”, continua la nota.
Madonna di Trevignano, nuovi accertamenti sulla statua
Racconta Fanpage.it come le verifiche, partite dopo l’interrogatorio di venerdì, “sono stata ritienute necessarie, anche a seguito di quanto emerso nella puntata di una trasmissione televisiva andata in onda a giugno scorso. Un ospite ha detto che tra i parrocchiani circolava la notizia che le tracce di sangue presenti sulla statuetta della Madonna “lacrimante” appartenevano a Scarpulla” (mentre in anni scorsi si era parlato di sangue di suino).
Alcuni esami sono già stati svolti sul sangue come spiega l’avvocato di Giselle Cardia, Solange Marchignoli, che ne contesta la legittimità. “Siamo venuti a conoscenza, durante l’interrogatorio, delle analisi sul sangue sulla statua della Madonnina effettuate nel lontano 2016. Ne abbiamo recisamente contestato l’illegittimità e l’illegalità”.
“Al tempo in cui sono stati svolti non c’era, infatti, alcun mandato da parte della Procura, dunque l’atto è da ritenersi inficiato all’origine. Non si possono assolutamente esperire indagini o analisi in modo “privato” – perché in questo caso domandate dal vescovo – meno che mai attraverso Reparti Investigativi Scientifici (RIS). L’atto è inquinato nella forma e nella sostanza e non può essere in alcun modo utilizzato. In altre parole è un atto nullo. Al momento non c’è alcuna nuova richiesta di analisi; qualora la Procura decidesse di esperire nuove indagini, sarà nostra cura nominare un consulente”.