“Combattete, combattete per qualche cosa”. Era questo l’invito che Letizia Battaglia, la fotoreporter che ha raccontato la mafia e le stragi di Palermo, rivolgeva alle giovani donne che incontrava nel suo lavoro. Oggi Letizia non c’è più, aveva 87 anni. Portano la sua firma, ad esempio, gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo con Giulio Andreotti. Fotografie acquisite nel processo contro l’ex presidente del consiglio.
Subito dopo l’assassinio dell’allora presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella Letizia Battaglia fu la prima a giungere, in quel 6 gennaio 1980, sul luogo del delitto. La fotografa era malata da tempo, diceva di essere stanca, ma il suo spirito indomito l’ha accompagnata fino alla fine. Non ha mai smesso di fare quello per cui era nata: fotografare. Se n’è andata nella tarda serata di ieri, mercoledì 13 aprile.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha commentato così la sua perdita: “Palermo perde una donna straordinaria, un punto di riferimento. Letizia Battaglia era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell’arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città di Palermo dal governo della mafia. In questo momento di profondo dolore e sconforto esprimo tutta la mia vicinanza alla sua famiglia”.
Letizia Battaglia amava fotografare le giovani donne, le case, le strade, i quartieri della sua Palermo. Ma anche i boss mafiosi. I primi piani dei loro volti durante gli arresti hanno fatto storia. Così come è rimasta indelebile l’immagine della “bambina con il pallone” nel quartiere palermitano di Cala. Una foto conosciuta in tutto il mondo.
Ci mancherà una donna vera con il suo impegno civile e politco, la sua professionalità, la sua immensa bravura. Punto di riferimento per chi crede ai sogni e per chi vuole migliorare il mondo anche con le piccole cose. Lei e Palermo, Palermo e lei. #Letizia Battaglia pic.twitter.com/wjrGToUXjc
— Alessandra Pinello (@alepinello) April 14, 2022
I capelli rosa di #Letiziabattaglia, la sua sigaretta e quant’era furiosa, e dolce e poi di nuovo in Battaglia. Le sue foto implacabili. Quei giorni a @cinematavolara siamo stati felici. Grazie #Letizia. Sia pace.
— Piera Detassis (@PieraDetassis) April 14, 2022
Ma nella sua lunga carriera non c’è stata solo Palermo e le sue contraddizioni. Letizia Battaglia aveva seguito negli anni ’70 le proteste in piazza a Milano. E poi tanti volti. Da Pier Paolo Pasolini a Franca Rame, da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino. Ezra Pound, Pino Puglisi. Per tanto tempo ha raccontato gli anni di piombo con il compagno Franco Zecchin sul giornale L’Ora. Le sue foto hanno il potere provocatorio di dividere. Come le ultime per la pubblicità della Lamborghini con le bambine immortalate vicino alle auto in piazza Pretoria.
Tanti i riconoscimenti ricevuti. A Letizia Battaglia fu assegnato il primo premio giornalistico “Sicilia cronista” sezione ‘alla carriera’. Aveva fondato l’agenzia Informazione fotografica dove hanno lavorato Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. Lì si sono formati tanti giovani fotografi come sua figlia Shobha Stagnitta, ma anche Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto. Il suo ultimo regalo alla città: workshop gratuiti al centro sperimentale nel centro di Palermo. “Lo faccio gratis, lo faccio per la città”. La ‘mia’ Palermo, come amava ripetere orgoglioso e fiera.