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“Cosa volevano farle”. Omicidio Laura Ziliani, il piano diabolico delle figlie e del genero

  • Italia

Sono state arrestate le due figlie di Laura Ziliani, l’ex vigilessa scomparsa l’8 maggio scorso a Temù (Brescia). Le ragazze hanno 26 e 19 anni: in carcere è finito anche il fidanzato della più grande. Laura Ziliani sarebbe stata vittima di un piano criminoso che sarebbe stato orchestrato dai tre arrestati. Nei loro confronti l’accusa è omicidio volontario e occultamento di cadavere. A portare al loro arresto sono state le discrepanze nei loro racconti, le testimonianze di alcuni vicini di casa, i tabulati telefonici e il ritrovamento di un flacone di benzopam a casa dei tre, lo stesso farmaco di cui sono state trovate delle tracce nel corpo della 56enne.

Dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Breno, guidati dal capitano Filiberto Rosano, sono emersi una serie di elementi contrastanti di questa triste vicenda e soprattutto è stata scoperta la premeditazione. Pare che il piano messo in atto dal trio sembrerebbe essere stato studiato da tempo. Paola Zani, la sorella più piccola, in un’intercettazione ha rivelato a un’amica di essere preoccupata dal sequestro dei computer: “Su un canale crime Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture” e ha inoltre raccontato che sia lei che la sorella erano anche iscritte a un canale YouTube denominato “troucrime”.

laura ziliani


C’è anche un episodio che dimostra la premeditazione e risale a qualche settimana prima della scomparsa della donna: a metà aprile Ziliani decide di fare una passeggiata in Presena. Al suo rientro, organizza una cena a Temù durante la quale – secondo gli inquirenti – è stata avvelenata dagli indagati con una tisana. Dopo quella cena infatti, la dona dormirà per 36 ore e per i successivi due giorni – come spiegato dal suo compagno e da un suo vicino di casa – verserà “in condizioni del tutto anomale”.

laura ziliani figlie

Gli inquirenti hanno indagato sui tre anche a seguito di due testimonianze. La prima è una segnalazione anonima, ma le forze dell’ordine non sono riuscite ancora a risalire all’identità della persona che ha inviato un’email in cui sosteneva di aver visto: “Il nostro vicino che ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina” e che secondo questi si sarebbe trattato “della signora Laura”. L’anonimo ha detto di essere stato pagato per il suo silenzio, ma di essere pronto a negoziare un nuovo accordo.

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Infine sarebbe di natura economica il movente dell’omicidio di Laura Ziliani: i tre avrebbero orchestrato tutto per impadronirsi del patrimonio di Ziliani. Lei, insieme alle tre figlie, erano comproprietarie di diversi immobili in tutta la provincia di Brescia. E Silvia, Paola e Mirto sembrerebbe che desiderassero averlo. Dopo 20 giorni dalla scomparsa della mamma, le figlie Silvia e Paola vengono intercettate mentre discutono di come, dopo aver chiuso un contratto d’affitto per uno degli appartamenti che prima apparteneva alla madre, avrebbero avuto i soldi per un anticipo per un’auto nuova o per fare una vacanza. E dalle carte emerge di come il fidanzato di Silvia sia ossessionato dalla questione economica della famiglia Zani/Ziliani.

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