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“Lasciate in pace mio figlio”. La minaccia di Erdogan all’Italia. Che succede tra il leader turco e il nostro paese

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Durante tutto il mese di luglio, il presidente turco Erdogan ha vissuto settimane poco facili. Tutto è iniziato quando un gruppo di militari, ha tentato nella notte tra il 15 e il 16 luglio un golpe per ristabilire, secondo gli organizzatori, la democrazia nel paese. Il fallimento del golpe, aveva portato a oltre 14mila arresti in poche ore; militari, professori, sacerdoti, esponenti politici, sono finiti nelle carceri di Ankara con l’accusa di tradimento della democrazia e del governo legalmente eletto.

Erdogan aveva anche aperto alla possibilità della reintroduzione della pena di morte, per reati legati al golpe. Inoltre i rapporti tra la Turchia e l’UE si sono notevolmente deteriorati.

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La decisione di Erdogan di bloccare i diritti civili e mettere in stato di emergenza la nazione, hanno portato l’Europa a un iniziale allontanamento dalle decisioni prese da Ankara. Poi questo allontanamento si è trasformato in una vera e propria denuncia da parte dell’UE, per bocca dei maggiori premier Europei. La Germania, nei giorni scorsi, poi è entrata in rotta di collisione con il governo turco, dopo aver rifiutato di far trasmettere pubblicamente il comunicato di Erdogan ai turchi di Germania.

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Erdogan però ce l’ha proprio con tutti: oggi addirittura se l’è presa con l’Italia, rea di stare indagando riguardo alcune attività sospette del figlio. La notizia dell’inchiesta della procura di Bologna, risale al febbraio scorso: Bilal Erdogan, sarebbe sotto indagine con l’ipotesi di reato di riciclaggio. L’indagine è stata aperta a seguito della denuncia depositata il 15 ottobre 2015 da parte di Murat Hakan Uzan, noto imprenditore turco esule in Francia. Uzan nella sua denuncia si ricollegava ai fatti del 2013, durante i quali sotto il dito della magistratura turca erano finiti il partito AKP e il governo Erdogan per un giro di tangenti milardarie. Proprio questa indagine, secondo quanto riferito dall’esule, era stata pilotata per far cadere tutte le accuse, i giudici erano stati trasferiti o rimossi e le accuse erano cadute. Proprio sulle tangenti e sui milioni di euro fatti sparire da Bilal e dal presidente turco, si concentrerebbe l’attenzione dei pm italiani.

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Perché sempre secondo le intercettazioni e le accuse di Uzan, il figlio di Erdogan, mandato all’epoca dei fatti in Italia per un dottorato di studi alla Johns Hopkins University di Bologna, sarebbe stato incaricato di far sparire più soldi possibili. Si parla di oltre un miliardo di euro trasferiti dalla Turchia all’estero in poco tempo, e la procura italiana avrebbe anche chiesto nei giorni scorsi una proroga per approfondire le indagini. Intanto il presidentissimo attacca a spron battuto la magistratura italiana: ” La vicenda dell’indagine su mio figlio a Bologna potrebbe mettere in difficoltà le nostre relazioni con l’Italia, che dovrebbe occuparsi piuttosto della mafia”. Questo il pensiero di Erdogan in un’intervista a Rai News 24. “Se tornasse in Italia potrebbe essere arrestato, perché c’è un’inchiesta aperta nei suoi confronti. Perché? Non c’è una risposta. E quando tu chiedi perché non ti rispondono. Mio figlio dovrebbe tornare a Bologna per terminare il dottorato. In quella città mi chiamano dittatore e fanno cortei per il Pkk. Perché non intervengono? È questo lo Stato di diritto?” ha concluso così la sua intervista. E adesso tutto è nelle mani della diplomazia, che dovrà sbrogliare il bandolo di una matassa in una situazione che appare sempre più critica. Da un lato infatti la giustizia dovrebbe fare il suo corso, dall’altro però il presidente turco con cui i rapporti sono già difficili, potrebbe minacciare Italia e UE con l’arma dei milioni di profughi presenti nel paese e che potrebbero “invadere” i confini europei a un suo cenno. Si attendono soltanto aggiornamenti.

“Niente diritti umani”. Turchia, la situazione precipita. La vendetta di Erdogan: ecco cosa ha detto in diretta tv. E tra arresti e epurazioni è il caos: cosa sta succedendo


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