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La foto di questo bambino che porta sulle spalle il fratello ha fatto il giro del mondo: racconta l’orrore della guerra vista dai più piccoli. Ecco la storia che si nasconde dietro questo scatto, bello e allo stesso tempo struggente

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Questa foto ha fatto il giro del mondo. Un bambino che tiene in braccio il fratellino. È stata scattata da Joe O’Donnell giornalista e fotografo americano che lavorò per la United States Information Agency, inviato in Giappone per documentare gli effetti delle due bombe atomiche sganciate a Hiroshima e Nagasaki. Una foto di una bellezza struggente: il bimbo sembra dormire sulle spalle del fratello, che rimane immobile. Sembra quasi non voglia disturbare il sonno del piccolo. In realtà il fratellino è morto, e il bambino, che ha appena 10 anni, sta aspettando che venga cremato.

Uno scatto che racconta l’orrore della guerra, dei bombardamenti e la tragicità dello sgancio ella bomba atomica. Il conflitto bellico viene così descritto dagli occhi spenti di un ragazzino orfano di dieci anni. Un’immagine che scosse profondamente il fotografo, che raccontò la scena nel corso di un’intervista a un’emittente giapponese: “Vidi questo bambino che camminava, avrà avuto all’incirca 10 anni. Notai che trasportava un bimbo sulle spalle. In quei giorni, era una scena abbastanza comune da vedere in Giappone, spesso incrociavamo bambini che giocavano con i loro fratellini e sorelline portandoli sulle spalle. Ma quel bambino aveva qualcosa di diverso”.

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Quel bambino è scalzo, ha i vestiti rovinati e lo sguardo fisso in avanti. Non traspare alcuna emozione dal suo volto: il bambino resta immobile per 10 minuti, con il piccolo cadavere sulle spalle. Poi gli uomini con le mascherine bianche addetti alla cremazione si avvicinano: con estrema delicatezza sciolgono le fasce che legano il bimbo alla schiena del fratello. Lo prendono per le mani e i piedi e lo posano sulle fiamme.

Il fratello osserva la scena e resta immobile: solo un movimento impercettibile delle labbra che sanguinano. Colpisce il fatto che non versa una lacrima: si volta e se ne va in silenzi così come era arrivato. Una storia che sconvolse profondamente O’Donnell. Dopo aver passato sette mesi a raccontare le vite e le morti di un Giappone martoriato, si convinse che fu un errore usare l’atomica. Quando tornò negli Stati Uniti provò a dimenticare quello che vide: poi 20 anni fa decise di condividere con il mondo le sue foto, nella speranza che gli errori del passato non si ripetessero in futuro.

In un’intervista del 1995 all’emittente giapponese Nhk Tv, nel 50esimo anniversario dell’attacco americano, Joe si scusò con il popolo giapponese, in particolare con i familiari delle vittime dei bombardamenti: “Voglio esprimervi questa sera il mio dolore e rammarico per il dolore e la sofferenza causata dai crudeli e inutili bombardamenti atomici delle vostre città … Mai più Pearl Harbor! Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!”.

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