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L’incredibile città provvisoria del Burning Man Festival

Lunedì primo settembre finisce l’edizione 2014 di Burning Man, un leggendario festival di arte, musica e “autosufficienza” che si tiene ogni anno dal 1991 nel Black Rock Desert in Gerlach, Nevada. Il nome deriva dal rituale che consiste nell’incendiare un grande fantoccio di legno il sabato sera.  La statua si trova al centro di una vera e propria città provvisoria costruita dalle decine di migliaia di partecipanti al festival e realizzata secondo il preciso piano regolatore degli organizzatori. Non ci sono concerti con grandi nomi e non ci sono esibizioni pubblicizzate. Ognuno dei partecipanti è libero di organizzare esibizioni, mostre d’arte, performance, workshop e giochi. Ogni partecipante deve portare attrezzatura da campeggio, generatori di elettricità, cibo e acqua per la propria sopravvivenza e le uniche cose in vendita nella città sono ghiaccio e caffè. Il baratto e il dono sono le uniche forme ammesse di passaggio di proprietà di beni, cibo ed acqua. A Black Rock City i cellulari non funzionano e oltre a potersi verificare alcune tempeste di sabbia improvvise, di giorno le temperature superano i 40°C e la notte possono abbassarsi di diverse decine di gradi, per questo motivo la maggior parte degli eventi, tutti caratterizzati da spettacolari scenografie di luci e colori, si svolge dopo il tramonto. Chi l’ha vissuto parla di una vera e propria esperienza mistica, otto giorni tra l’anarchico e lo spirituale , in un turbinio di polvere, hippies, psichedelia, droghe, sesso, meditazione  e tante altre cose al limite dell’irreale.

 


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