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Morte Jacopo Bacis, l’ipotesi choc: “Cosa è successo prima del volo dalla finestra”

La morte di Jacopo Bacis, il figlio dell’ex giocatore della Fiorentina Michele Bacis, ha sconvolto la città di Arezzo. Il fatto è successo sabato 16 maggio intorno alle 22. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime: è stato trasportato immediatamente dai sanitari del 118 al pronto soccorso dell’ospedale San Donato, ma il piccolo poco dopo è deceduto. Era stato già attivato l’elisoccorso regionale Pegaso per il trasferimento l’ospedale pediatrico Meyer a Firenze.

Era il figlio più piccolo di Michele Bacis, ex calciatore della Fiorentina (in serie B, stagione 2003-2004), dell’Arezzo, sempre in serie B, e poi allenatore della squadra amaranto negli anni della serie D. Sulle cause dell’incidente indaga la polizia per ricostruire i contorni dell’accaduto. Il tonfo sordo del corpo sul selciato è stato sentito anche dai vicini di casa, in vicolo della Dea, tra via Cesalpino e via Montetini, poco sotto Palazzo Cavallo, storica sede del municipio. (Continua a leggere dopo la foto)


Secondo gli inquirenti il bambino sarebbe morto mentre giocava a un videogame di realtà. A suggerire questa ricostruzione sono le analisi svolte sul tablet di Jacopo trovato acceso dopo il volo dal terzo piano. L’ipotesi è che il piccolo, immerso nella scena del gioco, si sia mosso nella stanza senza accorgersi di essere troppo vicino agli infissi e avrebbe poi perso fatalmente l’equilibrio, cadendo dal terzo piano di vicolo della Dea, nel centro storico di Arezzo. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo quanto appreso dall’Ansa si tratta di un gioco che simula come, dopo una catastrofe, la Terra rischi di essere invasa dagli alieni e, dunque, stimola i videogiocatori al combattimento per difenderla. Il funerale del piccolo Jacopo è stato celebrato martedì 19 maggio nella Cattedrale dei Santi Pietro e Donato. (Continua a leggere dopo la foto)

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Fuori dal Duomo i suoi compagni di classe, sul sagrato, lo hanno salutato lanciando in cielo tanti palloncini bianchi. La cerimonia è stata officiata da don Alvaro Bardelli e don Raffaele, sacerdoti della parrocchia di San Domenico di cui Jacopo faceva parte.

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