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Italia in lutto, addio a un grande italiano: “Ti dobbiamo tanto”

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L’Italia piange la scomparsa di una delle figura storiche dell’ambientalismo italiano, deceduto all’età di 90 anni. Si è spento nella notte tra venerdì 28 febbraio e sabato 1 marzo 2025, presso un ospedale di Roma, dove era stato ricoverato a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Una notizia che ha lasciato familiari e amici nel più grande dolore.

Con la sua scomparsa, l’Italia perde una delle sue voci più autorevoli in difesa dell’ambiente. Nel corso della sua vita ha dedicato la sua esistenza alla protezione della natura e alla promozione di uno sviluppo sostenibile, quando ancora nessuno si occupava di questa importante tematica. Il suo impegno continuerà a vivere nelle battaglie ecologiste e nelle politiche ambientali del nostro Paese.

Morto Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia: aveva 90 anni


Morto Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia: aveva 90 anni

Fulco Pratesi, figura simbolo dell’ambientalismo italiano, si è spento all’età di 90 anni dopo un ricovero di dieci giorni in un ospedale romano. Fondatore e guida del WWF Italia, Pratesi ha lasciato un’impronta indelebile nella lotta per la tutela della natura. La sua eredità è celebrata dall’organizzazione che ha contribuito a plasmare: “Con grande tristezza e incredulità annunciamo la scomparsa del nostro Fulco”, si legge in un comunicato del WWF. “Ha rivoluzionato l’ambientalismo italiano, e ci lascia la responsabilità di difendere le conquiste raggiunte e di immaginarne di nuove”.

Nato a Roma nel 1934, Fulco Pratesi trascorse parte dell’infanzia in campagna, sviluppando un forte legame con l’ambiente. Dopo la guerra, tornato nella capitale, affinò la sua passione per il disegno dedicandosi alla rappresentazione del mondo animale, talento che avrebbe poi caratterizzato la sua carriera di illustratore e divulgatore.

Morto Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia: aveva 90 anni

La sua visione si concretizzò nel 1966 con la fondazione del WWF Italia, nato in uno studio di architettura e presto trasformato in un baluardo della conservazione ambientale. La prima impresa fu l’acquisizione dei diritti di caccia nella laguna di Burano, dando vita alla prima Oasi WWF e inaugurando un modello che oggi conta oltre 100 riserve protette su 27.000 ettari di territorio.

Determinante è stato il suo impegno nella creazione del sistema dei Parchi nazionali italiani e nella spinta per l’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Memorabile l’operazione del 1985 per salvare il cervo sardo: grazie a una raccolta fondi popolare, il WWF riuscì ad acquistare Monte Arcosu, sottraendolo al bracconaggio.

Curiosa e significativa la svolta che portò Pratesi dalla passione giovanile per la caccia alla difesa della fauna. Un episodio in Anatolia nel 1963, quando si trovò di fronte un’orsa con i suoi tre cuccioli, gli fece abbandonare il fucile in favore della macchina fotografica. Da quel momento si dedicò totalmente alla conservazione della natura, portando il WWF in Italia nonostante le difficoltà economiche iniziali.

Oltre all’attivismo, Pratesi fu anche parlamentare con i Verdi dal 1995 al 1997 e direttore responsabile del magazine Panda. Il suo amore per la natura lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni, come ricordano il presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio e la direttrice generale Alessandra Prampolini: “Fulco considerava il WWF il suo quinto figlio. Ha ispirato generazioni con il suo entusiasmo e la sua arte”.

Il suo lascito non si limita alle battaglie ambientali, ma si estende alla sensibilizzazione culturale: con le sue illustrazioni e i suoi racconti ha avvicinato il pubblico alla bellezza e alla fragilità del mondo naturale. Oggi, mentre il WWF e l’Italia intera gli rendono omaggio, il suo esempio resta un faro per chiunque voglia proteggere il pianeta.


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