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Intossicazione di Gubbio: esce fuori la verità. Il titolare del ristorante rompe finalmente il silenzio

  • Italia
Intossicazione di Gubbio, la verità del titolare

Intossicazione alimentare a Gubbio, parla il proprietario del locale. Massimiliano Casoli, titolare del ristorante “Federico da Montefeltro” di Gubbio avrebbe dato la sua versione dei fatti su Il Corriere della Sera.

Intossicazione di Gubbio, la verità del titolare che rompe il silenzio. Massimiliano Casoli rivela la sua verità a Il Corriere della Sera. Una vicenda che ha fatto il giro del web in poco tempo che viene commentata dal titolare in persona così: “Le notizie sull’intossicazione? False, tutte false. Nessuna intossicazione, stiamo scherzando?”.

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Intossicazione di Gubbio, la verità del titolare: "Tutto falso"


Intossicazione di Gubbio, la verità del titolare: “Tutto falso”

Massimiliano Casoli aggiunge: “Ennesima telefonata goliardica, da stamattina prenotano e disdicono. Vogliono sapere se serviamo pesce crudo”. Com’è noto la cena a base di pesce crudo nel ristoratore di Gubbio avrebbe causato una forma di dissenteria acuta ai clienti, venendo poi raccontato da alcuni audio WhatsApp. (“Vomito e diarrea, gente svenuta”. Choc al ristorante, 40 persone subito malissimo al pranzo).

Intossicazione di Gubbio, la verità del titolare: "Tutto falso"

Racconto dettagliati dei fatti tra chi è stato costretto a “defecare nei corridoi e negli angoli del ristorante, altri per strada” e chi ha sottolineato: “Hai visto che c’è l’associazione di Gubbio, quella che va a pesca di tonno? Hanno fatto il pranzo e hanno avuto la dissenteria. Poi uno ubriaco ha rovinato tre macchine, i carabinieri sono arrivati e aveva tutte le feci sul sedile. Hanno bevuto ogni cosa, erano tutti ubriachi”.

Intossicazione di Gubbio, la verità del titolare: "Tutto falso"

“Poi hanno chiamato due ambulanze, una donna l’hanno portata via perché le ha fatto male il pesce”.
Il titolare Massimiliano Casoli, titolare del locale, intercettato telefonicamente dal Corriere ha dichiarato senza troppi giri di parole: “L’episodio risale al 2 ottobre, il fatto che questo caso sia scoppiato dopo venti giorni dovrebbe essere già indicativo del fatto che si tratti di una fake news”.

Dunque Casoli non ha negato l’intervento dell’ambulanza: “Il 118 purtroppo è intervenuto, ma non per un’intossicazione. Abbiamo chiamato l’ambulanza perché due persone, fratello e sorella, hanno avuto un abbassamento di pressione. A bordo della seconda ambulanza infatti c’era un cardiologo”, racconta, per poi aggiungere ancora qualche dettaglio.

“Sono stati interventi che nulla hanno a che vedere con la qualità o la tipologia del cibo somministrato nel mio ristorante, con la preparazione dello stesso o con i metodi di cottura utilizzati, come a qualcuno piacerebbe far credere”.

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