Due settimane dall’incidente di Mestre costato la vita a 21 persone, emergono nuovi particolari. Quel 3 ottobre il bus stava rientrando al camping Hu, dove i turisti alloggiavano, quando per cause ancora da accertare non ha percorso la strada dritta davanti a sé ma è precipitato per alcuni metri nel vuoto prima di prendere fuoco. Tra le ipotesi quelle del malore del conducente Alberto Rizzotto. Spiegava, nei giorni scorsi, il presidente della regione Veneto Luca Zaia come fosse una delle piste.
“Tutto fa pensare a un malore, però è prudente non avanzare ipotesi e usare il condizionale. Guasto tecnico o altri fattori oggi non ci sono noti. Attendiamo anche il lavoro della magistratura e dei tecnici per capire la dinamica. Mi auguro che le immagini delle telecamere in strada, quelle in autobus se si sono salvate e le testimonianze ci aiutino a capire quello che è successo, perché noi non ricordiamo quel tratto di strada come un tratto di incidenti”.
Incidente Mestre, nuova perizia tecnica sulla velocità del bus
La risposta su cosa è successo la potrà dare solo l’autopsia sul corpo di Rizzotto. Il primo esito dell’indagine sul corpo dell’autista trevigiano 40enne dice che non ci sono evidenze chiare di un malore, si legge su Open, ma manca ancora un accertamento fondamentale, quello sul cuore. Ma se i risultati dell’autopsia dovessero trovare conferme, spiega il Corriere del Veneto, gli inquirenti dovranno concentrarsi sull’altra ipotesi, quella del guasto del bis della società La Linea spa.
I dubbi, quindi, ci sono. Una perizia sembra aprire un nuovo scenario: prima dello schianto il bus sarebbe andato a 3 km/h. A riportare la notizia è il quotidiano on line Leggo che scrive: “Quel martedì di due settimane fa, prima di volare dal cavalcavia Superiore di Marghera, il pullman guidato da Alberto Rizzotto (40 anni, trevigiano) procedeva a una velocità di 3 chilometri all’ora. Era, in sostanza, quasi fermo”.
E ancora: “È un dato tecnico ipotizzato dalla visione del filmato ma che trova riscontro anche in quel registro informatico (il cloud) che in Cina, dove ha sede la Yutong, fabbrica costruttrice dei bus di La Linea, immagazzina in tempo reale ogni movimento e variazione di potenza del bus”. A chiarie questa ipotesi, però, potrà essere solo la scatola nera.