Da settimane il cosiddetto ‘indice di contagio R0 (“erre con zero”) o “numero di riproduzione di base”, per usare le parole dell’Istituto superiore di sanità (Iss), è tenuto sotto controllo dagli esperti. In numero, come spiega l’Iss “rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente”.
Un parametro che misura quindi la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. A che punto siamo in Italia? “Dal punto di vista matematico sarà possibile ritenere di averla avuta vinta contro il coronavirus soltanto quando il valore dell’R0 sarà inferiore a 1”, aveva spiegato qualche giorno fa il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro. (Continua a leggere dopo la foto)
L’obiettivo principale è quindi abbassare il tasso di contagio del nuovo coronavirus il più possibile, preferibilmente fino a zero. E ora arriva la buona notizia. Per interrompere la circolazione del Covid-19, infatti, è necessario scendere al di sotto di un contagiato per ogni persona positiva. Il valore dell’indice di contagio R0 in Italia ”è già sotto uno. Più o meno ipotizziamo una stima intorno a 0,8″, ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli durante il punto stampa alla Protezione civile del 17 aprile. (Continua a leggere dopo la foto)
Per mantenere il numero su questi livelli e farlo scendere ancora, ha spiegato Locatelli, “dobbiamo impiegare 5 strumenti: contact tracing, uso tamponi, dispositivi di protezione individuale, permanenza dei Covid hospital, implementazione dell’efficacia della medicina territoriale. Aggiungo anche la responsabilità dei comportamenti individuali”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Dobbiamo avere bene in testa che dobbiamo assolutamente essere cauti e attenti nella ripresa, sia della nostra vita sociale sia delle attività produttive”, ha poi ha detto ancora. Per questo motivo sarà cruciale, “riuscire a cogliere immediatamente gli eventi sentinella” per far sì che eventuali “focolai epidemici locali rimangano tali” e non dilaghino a livello nazionale.
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